Page 22 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                   I “Mysteria” eleusini

                   All’inizio di aprile si tenevano ad Atene le feste note con il
                nome  di  Grandi  Dionisie;  più  precisamente  nel  mese  di
                Elafebolione:  nono  mese  del  calendario  attico,  con  l’anno  che
                cominciava con la prima luna nuova dopo il solstizio d’estate.
                   Queste grandi feste, concomitanti con la stagione primaverile
                dopo  i  rigori  invernali  e  prima  della  torrida  calura  estiva,
                favorivano l’afflusso ad Atene di un gran numero di pellegrini,
                che giungevano da tutti i porti dell’Egeo. Una simile presenza di
                stranieri  nelle  vie  della  città  esaltava  lo  spirito  ateniese,
                notoriamente istrionesco, che ambiva palesare in ogni occasione
                la sua superiorità  culturale,  alla  quale non era  esente  una certa
                propaganda politica.
                   Pare  che  queste  feste  cominciassero  con  un’imponente
                processione  di  vergini  ed  erano  occasione,  anche,  di  grandi
                rappresentazioni teatrali. Ma la processione più spettacolare era
                probabilmente quella che vedeva la statua di Dioniso sfilare per
                le  vie  e  le  piazze  della  grande  città,  per  concludersi  con  il
                sacrificio di un toro davanti alla statua del Dio posta di fronte al
                suo tempio.
                   Alle Grandi Dionisie si riscontrava una partecipazione corale,
                motivo di grande coesione cittadina, che terminava al tramonto
                dell’ultimo  giorno  di  festa  con  un  banchetto  collettivo  con  la
                presenza di migliaia di commensali, dove l’ebbrezza del vino e
                l’euforia che ne derivava generavano orge collettive, ritenute un
                tributo a Dioniso.

                   Concomitanti  alle  Grandi  Dionisie  erano  i  riti  misterici  di
                Eleusi,  riservati  esclusivamente  ad  iniziati,  dove  i  miti  di
                Demetra (la Cerere dei Romani), felice per il ritorno della figlia
                Persefone  (la  Proserpina  latina)  dal  mondo  dell’oltretomba,
                s’intrecciavano  con  quelli  di  Dioniso,  entusiasta  del  vino
                finalmente giunto a maturazione con la primavera.
                   Demetra, dea delle messi e quindi del pane, e Dioniso dio del
                vino: quale allusione! Un rito che si sarebbe protratto nei secoli,
                nei millenni; ma non più esoterico, bensì essoterico.
                   I “mysteria” eleusini trassero grande impulso da quando, nel
                VII secolo, la città di Eleusi entrò a far parte dello stato ateniese,
                fattore che permise a questi riti di dilagare nel resto della Grecia
                e in molte colonie greche nel bacino del Mediterraneo. In seguito


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