Page 67 - La Massoneria Rivelata
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po’  troppo  esuberante,  e  per  questo  la  madre  l’aveva  fatta
                maritare col calzolaio Manuel Duarte all’età di quindici anni.

                    Garibaldi  lo  ignorava,  ma  anche  se  lo  avesse  saputo  gli

                sarebbe importato ben poco. Raggiunta la terraferma la cercò,
                invano; la ragazza sembrava essersi dileguata, poi… il miracolo.

                Uno sconosciuto lo invitò in casa a prendere un caffè e, appena
                varcò la soglia, s’imbatté nella bella creola: «Restammo entrambi

                estatici e silenziosi […] La salutai finalmente e le dissi ‘tu devi
                essere  mia’  […]  io  fui  magnetico  nella  mia  insolenza.  Avevo

                stretto un nodo, sancito dalla sentenza, che la sola morte poteva
                infrangere! Io avevo incontrato un proibito, ma pure un tesoro

                di gran prezzo».
                    Fu  dunque  un  colpo  di  fulmine  da  fotoromanzo,  ma

                permane un’incognita: che fine fece il marito della muchacha? A

                rendere  l’enigma  ancora  più  intrigante  ci  pensò  lo  stesso
                Garibaldi, che scrisse: «Se vi fu colpa, io l’ebbi intiera! E… vi fu
                colpa! Sì! … si rannodavano due cuori con amore immenso e

                s’infrangeva  l’esistenza  di  un  innocente!  Io  infelice!  E  lui

                vendicato…  Sì!  Vendicato!  Io  conobbi  il  gran  male  che  feci».
                Quale fu la colpa del nostro? L’aver infranto il sacro vincolo del

                matrimonio altrui? Non credo proprio. Forse l’aver rovinato la
                vita a un povero cristo che non aveva alcuna colpa, se non quella

                di  avere  una  moglie  giovane  e  piacente?  Può  darsi.  Rimane  il
                fatto che l’incomodo parve essersi dileguato.

                    In seguito i biografi di Garibaldi si affanneranno a dire un
                gran male del calzolaio di Laguna: era un imbelle, un traditore,

                un filoimperiale, probabilmente un impotente, tanto da lasciare
                vergine  Anita,  ma  sulla  sua  sorte  forniscono  spiegazioni  poco

                convincenti.
                    Secondo alcuni sarebbe sparito, distrutto dalla vergogna, per

                altri  sarebbe  stato  ucciso.  Questa  ipotesi  è  avvalorata  da  una
                dichiarazione resa nel 1935 all’arcivescovo Joaquim Dominiques

                de  Olivera  dal  bisnipote  dello  zio  di  Duarte.  Questi  avrebbe

                riferito  che  il  poveretto  era  stato  arrestato  dagli  uomini  di


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