Page 66 - La Massoneria Rivelata
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sumaca  con  a  bordo  428  sacchi  di  caffè.  Garibaldi,  esaminata

                con soddisfazione la preda e avendone apprezzata la robustezza,
                la  elesse  a  propria  ammiraglia  e  vi  si  trasferì  con  la  ciurma,

                accresciuta da cinque neri liberati dal giogo della schiavitù.
                    In seguito, come in un romanzo di Salgari, ebbe numerose

                avventure  e  partecipò  a  cruenti  combattimenti,  fu  ferito  e
                costretto a rifugiarsi a Gualeguay, in Argentina, dove trovò aiuto

                presso alcuni confratelli colà residenti.
                    Il suo si rivelò tuttavia una sorta di domicilio coatto, al punto

                che  tentò  la  fuga,  fu  scoperto  e  imprigionato.  Condotto  alla
                presenza  del  capo  della  polizia  locale,  Leonardo  Millan,  fu

                sottoposto a un brutale interrogatorio: «ei fece passare una fune
                alla trave della prigione e mi fece sospendere in aria legato per le

                mani!  Due  ore  di  quella  tortura  mi  fece  soffrire  quello

                scellerato!!!». Finalmente, grazie all’intervento del governatore,
                ottenne  la  libertà  e  fece  ritorno  nel  Rio  Grande,  pronto  a
                impugnare nuovamente le armi.

                    Nel luglio 1839, con una flottiglia partecipò alla spedizione di

                Davide  Canabarro,  che  aveva  lo  scopo  di  soccorrere  la  città
                costiera  di  Laguna.  L’impresa  ebbe  successo,  e  quel  grosso

                villaggio  diventò  la  capitale  di  un  nuovo  effimero  stato:  la
                Repubblica  di  Santa  Catarina.  E  proprio  a  Laguna  avvenna  la

                prima grande svolta della sua vita: Anita… l’amore.
                    È lo stesso Garibaldi che nelle Memorie narra come avvenne

                l’incontro fatale. Il legno che comandava era appena entrato in
                porto: «Io passeggiavo sul cassero della Itaparica ravvolgendomi

                nei  miei  tetri  pensieri,  e  dopo  ragionamenti  di  ogni  specie
                conclusi finalmente di cercarmi una donna […] Gettai a caso lo

                sguardo  verso  le  abitazioni  della  Barra  […]  Là  con  l’aiuto  del

                cannocchiale  […]  scopersi  una  giovane».  Si  trattava  della
                diciottenne Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, figlia di povera

                gente originaria delle Azzorre. Era piacente, selvaggia, forse un







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