Page 89 - Maschere_Motta
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Giovane amorosa
I motivo centrale di un dramma, una tragedia, una far-
sa, è tradizionalmente una vicenda d’amore, al punto
I I che nel teatro delle maschere i due protagonisti, il gio-
vane amoroso e la giovane amorosa, appaiono del tutto ca-
ratterizzati dal loro sentimento e a null’altro impegnati che
a realizzare, scavalcando ogni ostacolo, il sogno della loro
esistenza; gli altri personaggi, parenti e domestici, sono
soltanto ingranaggi del loro gioco d’amore, e se alla fine si
sposeranno anche loro, sarà quasi per meglio coronare, con
nozze collettive, la felicità raggiunta della coppia maggiore,
così si spiega perché il ruolo della giovane amorosa sia, più
che una maschera, un carattere: Fiorinetta, Isabella, Aurelia,
Silvia, Camilla, Flaminia, non potevano essere che ragazze ve-
stite alla moda, e dotate in maniera da rappresentare l’ide-
ale femminile del loro tempo. Il primo tipo di giovane amo-
rosa fu Fiore, detta anche Fiorinetta, ingenua, virtuosa, un
poco campagnola; quando la madre, constatando le sue
attrattive, si proporrà di avviarla alla prostituzione.
Fiore finirà con l’innamorarsi e sposare Flavio, il suo primo
e unico «cliente». Col passar degli anni, però, il personaggio
andrà acquistando maggior vivacità e compiutezza, e ne
sarà interprete insuperata Isabella, un’attrice che esordì
sedicenne a Padova nel 1578 e andò poi sposa al celebre
attore Francesco Andreini, specializzato a interpretare
la parte del Capitano, e dal quale ebbe un figlio, Giovanni
Battista, fiero come il padre e bello come la madre, che fu
ricercatissimo nella parte di Lelio, il giovane amoroso.
Dopo Isabella la figura della giovane amorosa andò
acquistando maggior malizia e civetteria. L’amorosa
divenne esperta di poesia e di musica, ambita ospite
di sovrani e notabili. Ormai, più che all’ingenua
Fiore, assomigliava per arguzia e iniziativa alla
domestica Colombina.
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