Page 50 - Maschere_Motta
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Burlamacco





                                                              i dice che  la maschera viareggina  ha varie  in-
                                                              fluenze: è il richiamo della “burla” carnevalesca;
                                                    S è il canale “Burlamacca” che attraversa la città di
                                                    Viareggio, ed è probabile che derivi da questo se si considera
                                                    che il nome della sua compagna si lega al movimento sus-
                                                    sultorio delle acque del canale, le piccole onde, da cui ap-
                                                    punto il nome Ondina. Altra ipotesi, ma piuttosto lontana,
                                                    è quella che vede il nome Burlamacco avvicinarsi a quello di
                                                    un personaggio romanzato, il Buffalmacco rinascimentale,
                                                    uno dei protagonisti del “Decameron” del Boccaccio, ma è
                                                    anche legato al cognome lucchese Burlamacchi.
                                                      Uno dei momenti più importanti della storia del Carnevale
                                                    di Viareggio, coincide con la nascita del Burlamacco nel 1931,
                                                    maschera che diventerà poi simbolo di questo carnevale.
                                                      Nato dalla fantasia di Uberto Bonetti, è un insieme di
                                                    caratteristiche delle principali maschere italiane dell’epoca:
                                                    così abbiamo il cappello di Rugantino, il mantello del dottor
                                                    Balanzone, il costume a scacchi stile Arlecchino, un pompon
                                                    rubato  dal  camicione  di Pierrot, e  la  gorgiera  bianca  alla
                                                    Capitan Fracassa.
                                                      Dopo la sua prima comparsa, la maschera rimase senza
                                                    nome per 8 anni. Diviene ben presto il  “logo” e con lui
                                                    anche Ondina, sua compagna già dal primo manifesto del
                                                    ‘31, che compare e scompare a fasi alterne nei manifesti
                                                    carnascialeschi viareggini.
                                                      È caratterizzato da una tuta tubolare in stile futurista a
                                                    rombi biancorossi, un pompon nero sulla pancia, un’alta
                                                    feluca rossa, mantello nero e faccia truccata da clown.
                                                    Seppur presentato con alcune varianti, sempre sui manifesti
                                                    del  Carnevale,  la  versione  classica  rimane  quella  più
                                                    conosciuta ed amata, ed è quella che ormai si è cristallizzata
                                                    nella tradizione.

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