Page 47 - Maschere_Motta
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re rimane alquanto indefinito fin quasi alla canonizzazione che, nel Settecento, ne fece
                  Goldoni. Con la diffusione del nome, dovuta principalmente a Carlo Cantò e Francesco
                  Gabrielli, si ampia la sfera d’azione della Maschera: dalla parte di semplice spalla, talora di
                  antagonista, Brighella tende ad assumere un ruolo primario.
                    Nel secolo XVIII il tipo abbandona il carattere di “secondo Zanni” ed assurge ai fastigi del
                  protagonista, entrando a far parte, con Arlecchino, Pantalone e il Dottore, del quadretto
                  delle maschere italiane. Naturalmente, questa evoluzione ne qualifica maggiormente il
                  ruolo, che va definendosi, nel senso già indicato in alcune commedie erudite, del servitore
                  fedele e ben pensante. Tale qualificazione conduce ad una nuova stilizzazione, ma nelle
                  commedie del Goldoni il tipo si determina come personaggio di giudiziosa accortezza, do-
                  mestico legato al padrone da un inscindibile vincolo di fedeltà, o come quello dell’astuto e
                  servizievole albergatore.
                    E ancora una risoluzione che rimane nell’ambito di una formale ambiguità, ma ubbidisce
                  sostanzialmente ad una direttiva creatrice univoca. In poco più di un secolo, dalla traco-
                  tante braveria dello Zanni arrogante e maneggiatore alla definizione del carattere di un
                  onesto proletario che respira già l’aria di una sostanziale mentalità borghese, il passo non
                  è stato breve.
                    Fra la raccolta di buffonerie brigallesche, la più ricca di indicazioni, utile per seguire l’e-
                  voluzione del tipo, rimane quella di Atanasi Zannoni (1787), celebre Brighella settecentesco
                  del periodo d’oro.













                                          Persona significa... la maschera di un attore, e in verità nessuno si fa vedere com’è;
                                          ognuno, invece, porta una maschera e recita una parte

                                                                       Arthur Schopenhauer (Parerga e paralipomena, 1851)



















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