Page 45 - Maschere_Motta
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Bisceglie





                                                                        a fortuna di questa maschera napoletana, che gli
                                                                        studiosi di teatro considerano come una varietà
                                                               L meridionale del carattere di Pantalone, deriva da
                                                               un caso difficilmente spiegabile: l’accento di Bisceglie, con
                                                               una cantilena leggermente lamentosa, desta alle orecchie
                                                               dei napoletani  una irrefrenabile ilarità. Per  interi secoli  è
                                                               bastato che sui manifesti degli spettacoli apparisse lo stri-
                                                               scione «con Pancrazio, il Biscegliese» per assicurare il tutto
                                                               esaurito
                                                                 Giunto a Napoli, capitale del reame, per sbrigare alcune
                                                               sue faccende, Pancrazio resta sbalordito dalla vita della
                                                               grande città, dal suo lusso, dai costumi assal meno castigati
                                                               che in Puglia, e si sfoga ad ogni passo con esclamazioni
                                                               di meraviglia e ingenui commenti che denunciano,
                                                               comicamente, i limiti del suo cervello e delle sue esperienze:
                                                               «Da noi non c’è tanto fracasso, da noi non si pigliano tante
                                                               gomitate: da noi c’è il vantaggio che si conosce tutti. Appena
                                                               posso, torno subito al mio paese, lontano dai vostri tumulti,
                                                               dalle vostre pulci, dai vostri lazzaroni, dalle vostre donne di
                                                               strada». In più di un caso, il commento del Biscegliese alla
                                                               vita della capitale non è affatto irragionevole: sarebbe, anzl,
                                                               un discorso serio se non ci fosse di mezzo quell’accento.
                                                                 Come Pantalone a Venezia, Pancrazio rappresenta diversi
                                                               tipi della vita provinciale: talora è mercante, altra volta è
                                                               borghese  di  cospicua  fortuna,  in qualche  caso  contadino
                                                               arricchito, ma nel fondo del suo carattere c’e sempre
                                                               l’avarizia e quella credulità che lo espone ai tin birboni.
                                                                 Abitualmente, appare vestito di velluto nero con berretto e
                                                               maniche in rosso, e calze rosse: immancabilmente, data l’età
                                                               avanzata, porta con sè il bastone, al cui pomo al appoggia,
                                                               piegato dalla ridda delle meraviglie della grande città e
                                                               probabilmente anche da una inconfessata stanchezza.

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