Page 142 - Maschere_Motta
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Ruzante




                                                    L
                                                             a figura del Ruzante non può essere considerata
                                                             tout court come una maschera - anche se ne as-
                                                    L sume in sé particolari aspetti e può essere senti-
                                                    ta come derivazione di una certa tradizione anti-villanesca,
                                                    come prototipo di molte delle maschere che compariranno
                                                    nella Commedia dell’Arte - ma un personaggio teatralmen-
                                                    te compiuto, opera della capacità interpretativa e della fan-
                                                    tasia letteraria dell’attore e commediografo Angelo Beolco.
                                                       Beolco nacque a Padova verso la fine del XV secolo o nei
                                                    primi anni del XVI e ivi morì nel 1542 all’età di quarant’anni,
                                                    se si vuole prestar fede all’iscrizione posta sulla sua tomba
                                                    nella chiesa di San Daniele a Padova.
                                                      Figlio naturale, ma riconosciuto, di Messer Giovanni Fran-
                                                    cesco, rettore della Facoltà di Medicina e Farmacia e pro-
                                                    prietario terriero, fu accolto nella casa paterna dove visse
                                                    insieme con gli altri fratelli.
                                                      Anche se la letteratura romantica ha voluto fare del Ru-
                                                    zante il pro- totipo del poeta maledetto, frutto di genio,
                                                    sregolatezza e artisticità istintiva, egli crebbe in un ambien-
                                                    te colto e raffinato, seppur provinciale, legato ai problemi
                                                    della campagna e del contado. Inoltre egli dovette ricevere
                                                    sicuramente, anche se non ci sono pervenute informazioni
                                                    precise al riguardo, una istruzione consona al livello sociale
                                                    della propria famiglia.
                                                      Ancora giovane, venne assunto alle dipendenze di Alvise
                                                    Cornaro, un nobile veneziano decaduto, ritiratosi per motivi
                                                    politici nella campagna pavana, che fu per Angelo, oltre che
                                                    protettore e committente, anche padrone e amico.
                                                      Angelo Cornaro, uomo industrioso, colto e raffinato, ave-
                                                    va formato intorno a sé una piccola corte di provincia in cui
                                                    convenivano illustri uomini d’arte e di cultura.
                                                      In questo ambiente estremamente fertile Beolco formò,

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