Page 140 - Maschere_Motta
P. 140

Rugantino





                                                         l romanissimo Rugantino è, come i Capitani, Fanfaro-
                                                         ne e Contaballe, ma, al contrario di quelli, rischia dav-
                                                    I I vero e paga di persona. Rappresenta il “bullo romano”,
                                                    disposto a prenderne fino a restare tramortito pur di avere
                                                    l’ultima parola. “Meglio perde n’amico che na buona rispo-
                                                    sta’ è una delle sue frasi preferite.
                                                      Quando finisce a botte, Rugantino non si scompone, ma
                                                    testardo come sempre: “Me ne ha date, ma quante gliene ho
                                                    dette!” esclama!
                                                      Quando  appariva  sulla  scena,  Rugantino  era  vestito da
                                                    sbirro; indossava pantaloni, gilet e giacca rossi, calzava
                                                    scarpe con grandi fibbie e portava un cappello a due
                                                    punte. Il suo nome deriva senza dubbio da “rugare” cioè
                                                    brontolare, borbottare, come una pentola d’acqua che
                                                    ribolle o da ruganza, ossia arroganza, ed è, comunque,
                                                    legato al carattere del tipo. Che ha del presuntuoso oltre
                                                    che dell’aggressivo, come è proprio di certi bulli di antica e
                                                    recente tradizione.
                                                      Maschera del Teatro romanesco è usata indifferentemente
                                                    sulle scene teatrali e negli spettacoli di marionette o
                                                    burattini. Nelle contraddizioni di fondo fra il carattere e le
                                                    risulatanze di esso, diviene quasi il simbolo di una Roma
                                                    popolaresca e pacioccona.
                                                      Potrebbe discendere dai Capitani dell’arte o addirittura
                                                    dal Pirgopolinice plautino, ma è meglio identificato quale
                                                    caricatura dei gendarmi del Bargello, i quali erano oggetto
                                                    di burla da parte dei popolani. E, infatti, prima di indossare i
                                                    definitivi abiti civili, aveva quelli del gendarme.
                                                      I più famosi Rugantini ottocenteschi furono Filippo
                                                    Tacconi e Nino  Tamburri, che diedero alla Maschera
                                                    l’impronta dell’arguzia sottile e pungente dei romani.
                                                      Altro Rugantino dal notevole successo fu quello pizzaiolo

       130
   135   136   137   138   139   140   141   142   143   144   145