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11 - Le Guerre persiane


        LA DISFATTA DI SALAMINA NELLA TRAGEDIA DI ESCHILO
        I Persiani di Eschilo è la sola tragedia di  472 a.C. e di cui il giovane Pericle si as-
        argomento politico che ci sia pervenuta.  sunse la coregia, Eschilo prende aperta-
        La scena si svolge a Susa al tempo del-  mente posizione per Temistocle, cele-
        le guerre tra Greci e Persiani. Un coro di  brando le sue gesta. Temistocle aveva in-
        vecchi Persiani evoca la potenza del-  gannato il suo popolo mandando un
        l’Impero ma esprime anche ansia per la  messaggero da Serse perché gli rivelas-
        mancanza di notizie dal fronte. Appare la  se la fuga degli Ateniesi verso Salamina,
        madre di Serse, Atossa, che racconta i  ma lo aveva fatto proprio perché spera-
        suoi tristi presagi e, al culmine della ten-  va di poterlo affrontare in quello stretto
        sione, giunge un messaggero che an-  braccio di mare. La sua astuzia ebbe esi-
        nuncia la sconfitta di Salamina. Compa-  to positivo, soprattutto nei confronti dei
        re anche l’ombra di Dario che ammoni-  suoi avversari politici che ne avevano
        sce il popolo a non tentare mai più una  osteggiato le decisioni. La presa di posi-
        spedizione contro la Grecia e scarica  zione di Eschilo è significativa, in quan-
        ogni colpa sul figlio Serse, bramoso di  to, tragediografo e uomo di cultura, in un
        conquiste. Come ultimo colpo di scena  periodo di contrasti interni tra sostenito-
        appare Serse stesso che, sfinito e vinto,  ri del regime oligarchico e sostenitori del
        testimonia le gravi conseguenze delle  regime democratico, si schiera per que-
        sue azioni. In questa tragedia, scritta nel  st’ultimo.

      del re persiano. Ad Atene gli subentrò Cimone, figlio di Milzia- Cimone e la ripresa
      de, favorevole alla pace con Sparta. Egli riprese anche la guer- del conflitto
      ra contro i Persiani, liberando la Tracia meridionale (470 a.C.).
      Ma all’interno non era gradita la politica moderata e filo-spar-
      tana di Cimone; guadagnava sempre più consenso il democra-
      tico radicale Pericle. In seguito a un’insurrezione della Messe-
      nia, Cimone inviò aiuti a Sparta, ma questa dopo pochi mesi ri-
      mandò a casa i soldati ateniesi: l’insuccesso segnò la fine del-
      la fortuna dei conservatori e dell’intesa tra Sparta e Atene. Ci-
      mone fu colpito dall’ostracismo. Nel 460 a.C. salì al potere Pe- Pericle al potere
      ricle (v. cap. 12). Questi riprese le ostilità con la Persia, richia-
      mando Cimone dall’esilio e affidandogli il comando della flot-
      ta. Nonostante la morte del loro comandante durante l’assedio
      di Cizio, gli Ateniesi riportarono una grande vittoria a Salami-
      na Ciprica nel 449 a.C. Ci si avviò così finalmente alla pace, le La Pace di Callia
      cui trattative furono condotte dall’ateniese Callia (Pace di Cal- (449 a.C.)
      lia nel 449 a.C.).
      ■ Le sorti dell’Impero persiano dopo la sconfitta
      Persa la lunghissima battaglia con la Grecia, l’Impero persiano
      conobbe la crescente crisi del potere centrale e la debolezza
      dell’economia. Sopravvisse fino a quando non fece la sua avan-
      zata Alessandro Magno, con il grande esercito macedone. La La simbiosi
      Persia perse quindi la sua indipendenza politica e si avviò un col mondo greco
      processo di simbiosi con il mondo greco.
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