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                                                      10 - Sparta e Atene


        LA RIFORMA DI CLISTENE
        Clistene introdusse una ripartizione della  uno stratega, cioè un generale dell’eser-
        popolazione basata sul territorio. I demi,  cito. I cittadini della polis potevano discu-
        un centinaio circa, costituirono le circo-  tere di problemi di interesse generale riu-
        scrizioni amministrative, ognuna delle  nendosi nell’ecclesia, un’assemblea con-
        quali aveva a capo un demarco. Tre de-  vocata ogni 10 giorni. Cittadini scelti a tur-
        mi formavano le trittie e tre trittie forma-  no potevano far parte anche dell’elièa, il
        vano le tribù. Ogni tribù sceglieva 50 rap-  tribunale, che però non poteva giudicare
        presentanti che costituivano la bulé, con  i reati più gravi. Chiunque rappresentas-
        funzione di controllo politico sul governo.  se un pericolo per lo Stato poteva essere
        Questo era nelle mani di 9 arconti e di un  mandato in esilio da un’assemblea di
        segretario, sorteggiati da una lista prepa-  6000 cittadini che si riuniva annualmen-
        rata dai demi. Ogni tribù sceglieva anche  te; tale istituto venne detto ostracismo.


      li contadini: annullò i debiti e introdusse un sistema politico di
      tipo timocratico, basato cioè su classi di reddito. L’opera di So-
      lone fu un passo verso la democrazia, ma i contrasti riesplosero
      e portarono alla tirannide di Pisistrato (560 a.C.). Sotto di lui ad La tirannide di
      Atene si sviluppò la piccola proprietà, prosperarono i commerci Pisistrato e dei figli
      e si ebbe un periodo di benessere. I suoi successori, i figli Ippia
      e Ipparco, accentuarono invece una pratica personale del pote-
      re, portando in evidenza gli elementi di degrado insiti nel regi-
      me tirannico. L’uccisione di Ipparco e l’espulsione di Ippia da Ate-
      ne nel 510 a.C. furono opera soprattutto di aristocratici fuoriu-
      sciti che intendevano riconquistare il potere. Una soluzione po-
      litica che accontentava le classi medie fu proposta da Clistene
      (arconte nel 508-507 a.C.), che, con riforme radicali, avviò Atene Le riforme
      a un assetto costituzionale decisamente democratico, su base di Clistene
      quasi esclusivamente territoriale, con magistrature assegnate tra- e la costituzione
      mite un’articolata combinazione di elettività e sorteggio (solo la democratica
      carica di stratega, che richiedeva provata competenza militare,
      restava esclusivamente elettiva), capace di garantire a tutti i cit-
      tadini la partecipazione alla vita politica.
      ■ L’imperialismo ateniese
      La democrazia ateniese, rapidamente consolidatasi, subì un ro-
      vescio quando appoggiò la rivolta (499-494 a.C.)delle città elle-
      niche della Ionia (la zona dell’Asia Minore che si affaccia sull’E-
      geo). Essa assunse un ruolo guida per l’intera Grecia nelle due Le due Guerre
      Guerre persiane (490 e 480-479 a.C.), causa peraltro di sempre persiane, la vittoria
      maggiori attriti con Sparta. La vittoria sui Persiani segnò l’inizio e la pentecontetìa
      di un cinquantennio di prosperità detto pentecontetìa. Nel 477
      a.C. Atene entrò a far parte della Lega delio-attica al cui inter- La Lega delio-attica
      no assunse un ruolo egemone. Il controllo sull’organizzazione e la potenza
      dei tributi, l’introduzione della moneta ateniese nelle città sog- di Atene
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