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                                    9 - La polis: dalla monarchia alla democrazia


        L’UNITÀ DELLA TRADIZIONE GRECA
        Nonostante l’estrema frammentazione  Il loro potere era limitato da un’oscura for-
        delle poleis, la civiltà greca ebbe come  za posata sulle ginocchia di Zeus, la Moi-
        elemento unificante l’identità tradizionale  ra o Fato, che decideva indissolubilmen-
        costituita dai patrimoni mitici e religiosi  te il destino degli uomini. Anche le vicen-
        (raccolti nei poemi omerici e nella Teo-  de degli eroi costituivano un immenso pa-
        gonia di Esiodo). Le divinità della civiltà  trimonio culturale e ispirarono numerosi
        greca erano antropomorfe. Gli dei erano  miti. Tra gli eroi più conosciuti vanno ri-
        gelosi, invidiosi, superbi, ma anche giusti  cordati: Prometeo, che donò il fuoco agli
        e coraggiosi. La loro sede era il monte  uomini, Eracle (o Ercole) che compì im-
        Olimpo nascosto agli uomini da spesse  prese sovrumane, Giasone, che fece
        nuvole. Il re degli dei era Zeus, signore  viaggi avventurosi alla ricerca del Vello
        del cielo. Accanto a lui vi erano la moglie  d’oro simbolo d’immortalità, e Teseo che
        Era e i fratelli Poseidone, dio degli Ocea-  uccise il Minotauro liberando Atene dal
        ni, e Ade, dio degli Inferi. Altre divinità era-  dominio di Creta. Anche le Olimpiadi (fe-
        no Afrodite, dea dell’amore e della bel-  ste quadriennali di carattere religioso e
        lezza, Atena, dea della sapienza, Apollo,  sportivo in onore di Zeus) erano un ele-
        dio della luce, Artemide, dea della cac-  mento unificatore. Vi partecipavano tutti i
        cia, Ermes, il messaggero degli dei, Efe-  Greci e veniva stabilita una tregua sacra
        sto, dio del fuoco, Ares, dio della guerra.  che interrompeva qualsiasi guerra.

      mati di lancia e spada e protetti da scudo e corazza. Poiché an-
      che le nuove classi arricchite potevano permettersi queste ar-
      mature, la preponderanza dei nobili (di solito inquadrati nella
      cavalleria) nell’esercito cominciò a venire meno. Il malconten-
      to del popolo, soprattutto dei contadini, poveri e oppressi dai
      debiti, favorì l’ascesa di uomini politici di queste nuove classi,
      che, in cambio dell’appoggio popolare, promettevano riforme.
      Presero così il potere, imponendosi spesso con la forza, i tiranni
      (650 a.C. a Corinto; 510 a.C. ad Atene), da cui il termine tiran- L’ascesa dei tiranni e
      nide (governo autocratico e assoluto). In questo periodo di- le legislazioni scritte
      venne sempre più frequente la redazione di legislazioni scritte.
      ■ Dalla tirannide alla democrazia
      Le tirannidi rappresentarono generalmente periodi di prospe-
      rità, pace e crescita culturale. I tiranni che vivevano in corti sfar- Pace e crescita
      zose si assunsero la protezione di artisti, poeti e pittori. Il po- culturale e artistica
      polo aveva però preso coscienza della sua forza e dell’impor-
      tanza del suo appoggio alla classe dirigente. Con il V sec. a.C.
      quasi ovunque le tirannidi risultarono sostituite da governi oli-
      garchici (oligarchia significa “governo di pochi”, genericamen- I nuovi governi
      te distinti dalla moltitudine) o democratici (democrazia è la for- oligarchici e
      ma di governo in cui la somma del potere viene riconosciuta al democratici
      popolo). Nei secc. V-IV a.C. l’assetto della polis si era ormai as-
      sestato in due modelli canonici. Da un lato le democrazie, dove
      tutti i cittadini, indipendentemente dal censo, avevano accesso Democrazie
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