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25      Il mondo comunista

              da Krusˇcˇëv alla perestroijka



      Illusione e disillusione dominarono il mondo comunista nel dopoguerra.
      La politica dei piani quinquennali (v. cap. 15), attuata dai Paesi della sfera
      sovietica, all’inizio diede risultati numericamente incoraggianti, ma ciò avvenne
      in spregio a qualsiasi apertura alla democrazia e provocando elevati costi sociali
      e umani. La gestione centralizzata dello sviluppo economico causò
      una crescita incontrollata degli apparati statali, mentre la volontà di difendere
      il sistema dalle opposizioni interne e da eventuali attacchi esterni (periodo
      della “guerra fredda”) provocò un potenziamento del sistema di repressione
      poliziesco, già radicato nel regime fin dalle sue origini. Da Stalin a Brezˇnev,
      passando per Krusˇcˇëv, la storia dell’URSS (e dei suoi alleati) è cronaca
      di ricorrenti crisi e del fallimento sociale e politico del comunismo:
      solo con Gorbacˇëv il regime cercò di imboccare la via del riformismo.
      In Cina, Mao instaurò una pesante dittatura: alla sua morte il potere passò
      nelle mani dell’ala oltranzista del PCC che soffocò ogni rinnovamento.
      L’URSS dal dopoguerra alla destalinizzazione

      La via per la ricostruzione post-bellica in URSS era tutta in sali-  La ricostruzione
      ta. Stalin impose duri sacrifici alla popolazione, controllata dal-  in URSS: pesanti
      la polizia e dai servizi segreti, e sfruttò le economie dei Paesi  sacrifici
      comunisti a proprio vantaggio: dove la classe dirigente non si
      piegò alla volontà sovietica, Stalin ordinò arresti e processi-far-  I Paesi comunisti
      sa, spesso conclusisi con la condanna a morte degli imputati  piegati alla volontà
      (morirono tra gli altri il bulgaro Kostov, 1949, i cecoslovacchi  sovietica
      Slansky e Clementis, 1952). Alla morte di Stalin (5 marzo 1953)
      il potere passò nelle mani di una direzione collettiva il cui espo-
      nente principale divenne ben presto Nikita Sergeevic Krusˇcˇëv  L’avvento di Krusˇcˇeëv
      (1894-1971), eletto segretario del Partito Comunista (settem-
      bre 1953). Krusˇcˇëv avviò un processo di destalinizzazione: at-
      tenuò la politica del terrore e cercò di migliorare il tenore di vi-
      ta delle masse. Al XX congresso del PCUS (marzo 1956), Kru-  Il XX congresso
                         Titolo concesso in licenza a tonia locarico, 84762, ordine Istituto Geografico De Agostini 824316.
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      sˇcˇëv presentò due rapporti. Il primo, pubblico, ammetteva la  del PCUS abbatte
      coesistenza capitalismo/comunismo in un clima di competizio-  la figura di Stalin
      ne; il secondo, segreto, demoliva la politica e la figura di Stalin
      a causa dei suoi metodi dittatoriali. Poco dopo il leader sovieti-
      co estromise dalla direzione buona parte della vecchia no-
      menklatura staliniana. Ormai detentore di tutto il potere, tentò
      di risollevare l’economia sovietica (al punto da fare dell’URSS il
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