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12 - L’Italia dall’unificazione all’età giolittiana
La crisi di fine secolo
Negli ultimi cinque anni del secolo l’Italia visse tra tensioni e
tentazioni reazionarie. Nel marzo 1896 Di Rudinì ricevette l’in- Il Governo Di Rudinì
carico di formare il nuovo esecutivo. Stipulata la pace con Me-
nelik, egli tentò di normalizzare la situazione anche all’interno
del Paese. Tuttavia, nel maggio 1898 a Milano scoppiarono tu- 1898: i tumulti
multi contro il carovita: il generale Bava Beccaris fece aprire a Milano
il fuoco sulla folla provocando più di 80 vittime. Turati, Bisso-
lati e il cattolico Don Albertario furono arrestati. Di Rudinì, tra-
volto dalle critiche, fu costretto a dimettersi. Lo sostituì il ge-
nerale Pelloux (giugno 1898-giugno 1900), che nel 1899 pre-
sentò alcuni progetti di legge tesi a restringere le libertà garan-
tite dallo Statuto albertino, che suscitarono la forte opposizio-
ne dell’estrema sinistra. Alle elezioni del giugno 1900 socialisti,
radicali e repubblicani conquistarono 95 seggi, sconfessando
così la politica di Pelloux. Umberto I affidò quindi il governo a
Giuseppe Saracco. Il 29 luglio 1901 il re fu ucciso a Monza dal- Il regicidio di Monza
l’anarchico Gaetano Bresci; gli successe Vittorio Emanuele III
(1901-1947).
L’età giolittiana
Dal 1896 si intensificò quell’industrializzazione che nel 1914 avreb- Crescita industriale
be avvicinata l’Italia ai Paesi più sviluppati del continente. In que-
sto periodo, protagonista della vita politica nazionale fu Giovan-
ni Giolitti (1842-1928). Egli conservò il potere fino al 1914, con L’età giolittiana
pochissime interruzioni. La sua opera di statista fu fondamenta-
le. Durante i suoi governi (1903-05, 1906-09, 1911-13) impostò
una politica di tolleranza nei confronti delle rivendicazioni eco-
nomiche dei lavoratori (avviando numerosi provvedimenti di le-
gislazione sociale) ma ne stroncò con forza le pretese politiche.
Dopo un ministero Zanardelli, di cui fu ministro degli interni,
Giolitti ottenne il suo secondo incarico nel dicembre 1903. Cercò
di governare con l’appoggio di socialisti e radicali, ma la preva-
lenza dell’ala rivoluzionaria all’interno del PSI modificò i suoi pro-
getti. Si orientò allora verso i cattolici, favorendo una lenta conci-
liazione tra Stato e Chiesa che portò al superamento del Non ex-
pedit. Dimessosi nel marzo del 1905 gli successe Alessandro For-
tis, politicamente a lui vicino, che riuscì a nazionalizzare le fer-
rovie. Giolitti tornò al governo dal 1906 al 1909, attuando fonda-
mentali riforme per i lavoratori. Durante il quarto ministero avviò
la conquista della Libia (1911-12), introdusse il suffragio univer- Il suffragio
sale maschile (1912) e siglò il Patto Gentiloni con i cattolici, per universale maschile
assicurarsene il sostegno alle elezioni del 1913.; ma le polemiche (1912)
suscitate da quest’ultima iniziativa lo indussero alle dimissioni.
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