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L’età contemporanea                                          Titolo concesso in licenza a tonia locarico, 84762, ordine Istituto Geografico De Agostini 824316.
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                    grammi: riforma tributaria a difesa delle fasce sociali più debo-
                    li, istruzione elementare obbligatoria, decentramento ammini-
                    strativo, fedeltà alla monarchia. Il 25 marzo 1876 ricevette dal
                    re (che sarebbe morto due anni dopo lasciando il trono a Um-
                    berto I, 1878-1901) l’incarico di formare il governo; restò alla
     Il trasformismo  guida del Paese quasi ininterrottamente fino al 1887. Iniziatore
                    della politica del trasformismo, Depretis varò riforme dell’i-
     Le riforme     struzione (1877, Legge Coppino) e del sistema elettorale
                    (1882, gli elettori divennero più di 2 milioni); nel 1879 abolì la
                    tassa sul macinato. In politica estera strinse con Austria e Prus-
                    sia la Triplice Alleanza (20 maggio 1882), in funzione essen-
                    zialmente antifrancese, e diede inizio alla politica coloniale (per-
     La politica coloniale  seguita per consolidare il ruolo internazionale del Paese e per
                    dare modo all’industria di sfruttare le commesse statali). Nel
                    1887 la prima esperienza coloniale italiana finì tragicamente a
                    Dogali, in Eritrea, dove 500 soldati furono massacrati dal ras
                    Alula (27 gennaio). Depretis morì il 29 luglio 1887. A lui suc-
     l Governi Crispi  cesse Francesco Crispi (1818-1901) che conservò il potere fi-
                    no al 1891 e poi dal 1893 al ’96. Ex mazziniano, poi monarchi-
                    co e fervente nazionalista, fu ammiratore di Bismarck. Varò, tra
                    l’altro, leggi sulla sanità pubblica (1888) e il nuovo Codice Pe-
                    nale Zanardelli (1889) che aboliva la pena di morte e ammet-
                    teva il diritto di sciopero. In politica estera diede alla Triplice Al-
                    leanza un forte significato antifrancese. I rapporti con la Fran-
                    cia si deteriorano (1888, guerra commerciale). In campo colo-
                    niale, siglò il Trattato di Uccialli (2 maggio ’89), per cui l’Etio-
                    pia riconosceva all’Italia le conquiste in Eritrea (proclamata co-
                    lonia il 5 maggio 1890). Il suo primo governo terminò nel ’91
                    (contrasti sull’inasprimento fiscale). Intanto sul palcoscenico
                    politico italiano si affacciarono nuove formazioni: Filippo Tu-
                    rati (1857-1932) al Congresso di Genova del 1892 tenne a bat-
                    tesimo il Partito Socialista Italiano. Il governo, nel frattempo,
                    fu affidato ad Antonio Di Rudinì (febbraio ’91-maggio ’92) e
     Giolitti       quindi a Giovanni Giolitti (maggio ’92-dicembre ’93). Que-
     e i fasci siciliani  st’ultimo, di fronte al movimento di protesta (di stampo socia-
                    lista) dei Fasci siciliani, decise di non intervenire con la forza.
                    Nel 1893 Giolitti fu costretto alle dimissioni per lo scandalo del-
                    la Banca Romana, in cui era coinvolto anche Crispi. Fra il con-
                    senso generale il re richiamò proprio Crispi al governo, il qua-
                    le non esitò a impiegare l’esercito e ad applicare la legge mar-
                    ziale contro i Fasci siciliani. Crispi diede nuovo impulso anche
                    alla politica coloniale; dopo la denuncia (1893) del Trattato di
     Adua: il fallimento  Uccialli da parte del Negus Menelik, il 1° marzo 1896 l’esercito
     della politica   italiano si scontrò ad Abba Garimà (Adua) contro le truppe etio-
     di Crispi      piche riportando una sconfitta che costrinse Crispi alle dimis-
                    sioni. Il Paese stava sprofondando verso la crisi di fine secolo.
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