Page 311 - Storia Tutto
P. 311

L’età contemporanea                         Titolo concesso in licenza a tonia locarico, 84762, ordine Istituto Geografico De Agostini 824316.
Copyright 2011 De Agostini, Novara


      LA “TEMPESTA DEL DUBBIO”
      Quando fallirono i piani insurrezionali del  zi come fantasmi di delitto e rimorso pur-
      1833 e ’34, Mazzini entrò in una fase di  troppo sterile. lo non potea farli rivivere.
      profonda crisi personale nota come “tem-  Quante madri avevano già pianto per me!
      pesta del dubbio”. Dai suoi scritti di quel  Quante piangerebbero ancora s’io mi osti-
      periodo emerge tutta la disperazione per  nassi nel tentativo di risuscitare a forti fat-
      aver sacrificato tante vite, tra cui quelle di  ti, al bisogno d’una patria comune, la gio-
      veri amici come Jacopo Ruffini, in tenta-  ventù d’ltalia? E se questa patria non fos-
      tivi destinati al fallimento. Ricordando quel  se che un’illusione? (…) Patii tanto da toc-
      difficile momento della sua esistenza,  care i confini della follia. lo balzava la not-
      Mazzini ci ha lasciato parole commoven-  te dai sonni e correva quasi deliro alla fi-
      ti: «I fucilati di Genova, di Alessandria e di  nestra chiamato, com’io credea, dalla vo-
      Chambéry - ha scritto - mi sorsero innan-  ce di Jacopo Ruffini (…)».


                    vamente la fiducia che i carbonari riponevano in un eventuale
                    intervento sabaudo nella lotta per l’indipendenza, non incon-
     Tentativi      trò il favore del sovrano. Al 1833 risale il primo tentativo in-
     insurrezionali   surrezionale della Giovine Italia: la rivolta avrebbe dovuto svi-
     in Piemonte    lupparsi in Piemonte e a Genova. Carlo Alberto scoprì in anti-
                    cipo le intenzioni di Mazzini, anche perché la congiura fu orga-
                    nizzata senza osservare troppe precauzioni, e procedette a una
                    sanguinosa repressione. Fu arrestato anche Jacopo Ruffini -
                    amico di Mazzini - che si suicidò in carcere. Ancor più falli-
                    mentare fu l’esito di un piano del 1834: fu dato incarico ad al-
                    cuni fuoriusciti italiani, comandati da un reduce dell’insurre-
                    zione polacca, Girolamo Ramorino, di penetrare in Savoia dal-
                    la Svizzera istigando i contadini alla rivolta, mentre a Genova si
                    sarebbero sollevati gli uomini della marina militare sabauda gui-
                    dati da Giuseppe Garibaldi (Nizza 1807-Caprera 1882). I fuo-
                    riusciti, però, furono facilmente sconfitti dall’esercito di Carlo
                    Alberto. Garibaldi, rimasto solo, fu costretto a una precipitosa
                    fuga in Francia e condannato a morte in contumacia. L’anno do-
     Mazzini in Svizzera  po si trasferì in Sudamerica. Dal canto suo, Mazzini riparò in
                    Svizzera, dove, non potendo agire attivamente verso l’Italia,
                    fondò con altri esuli la Giovine Europa (1834), basata sulla so-
                    lidarietà tra le nazioni. In questo periodo egli attraversò la co-
     La “tempesta   siddetta “tempesta del dubbio”, caratterizzata dal rimorso di
     del dubbio”    avere sacrificato tante vite senza aver centrato alcun obiettivo.
                    Superò la crisi convincendosi che la causa nazionale italiana era
                    più importante di ogni insuccesso contingente. Costretto a rag-
     L’esilio in Inghilterra  giungere l’Inghilterra nel 1837 perché colpito da un decreto d’e-
                    spulsione, visse a Londra quasi in miseria. Tuttavia non inter-
                    ruppe mai la sua propaganda in Italia. Nel giugno 1844, altri
     Fallisce l’impresa   mazziniani, i fratelli Attilio ed Emilio Bandiera, tentarono, di
     dei fratelli Bandiera  propria iniziativa e col parere contrario dello stesso Mazzzini,
     310
   306   307   308   309   310   311   312   313   314   315   316