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21 - L’espansione economica e sociale del Settecento


        LA CRISI DELLA SOCIETÀ PER CETI
        La vecchia stratificazione sociale della so-  invece c’era stato un irrigidimento dei
        cietà per ceti aveva ancora un certo pe-  rapporti sociali a causa dell’importanza
        so ma nuovi elementi si erano inseriti nei  attribuita alla nobiltà. La grande nobiltà,
        Paesi dell’Europa occidentale. In Inghil-  infatti, vedeva riconosciuto il proprio pre-
        terra, Paese all’avanguardia, la grande ari-  stigio partecipando alla vita di corte in-
        stocrazia manteneva intatto il suo presti-  sieme al sovrano. La piccola nobiltà in-
        gio, ma la gentry, la piccola nobiltà im-  vece conduceva una vita oziosa e paras-
        parentata con la ricca borghesia, aveva  sitaria. Non molto diversa era la situazio-
        acquisito un grande peso sociale grazie  ne nella Penisola Iberica e nell’Italia me-
        all’impegno profuso nell’ammoderna-  ridionale; più attiva era invece la nobiltà
        mento delle tecniche agricole. In Francia  lombarda.


      Le nuove tecnologie siderurgiche consentirono un aumento Altre invenzioni
      nella produzione di ferro, mentre l’invenzione del telaio mec-
      canico e del filatoio multiplo innalzarono notevolmente la pro-
      duzione di filati e tessuti di cotone. Tutto ciò sfruttando alcu-
      ne materie prime abbondantemente diffuse in Inghilterra (in
      particolare il carbone), o importate dall’esteso impero colo- Carbone e cotone
      niale (come il cotone grezzo). Nuova ricchezza fu investita nel-
      l’attività manifatturiera, dove si affermò l’organizzazione di L’organizzazione
      fabbrica, che poteva utilizzare la manodopera liberata dalle tra- di fabbrica
      sformazioni capitalistiche dell’agricoltura. La rottura dei lega-
      mi corporativi che avevano caratterizzato le botteghe artigia-
      ne e il distacco dal lavoro agricolo portarono alla diffusione
      del lavoro salariato, inizialmente sotto il controllo di mer- Il lavoro salariato
      canti-imprenditori e poi di capitalisti industriali. Le conse-
      guenze sociali di questi cambiamenti furono traumatiche e Le conseguenze
      profonde: l’aumento rapidissimo della popolazione delle città sociali
      e la concentrazione dei lavoratori nelle fabbriche si accompa-
      gnarono allo sfruttamento crescente della forza lavoro operaia
      (anche infantile e femminile), uno sfruttamento che doveva
      durare a lungo prima di essere attenuato da miglioramenti del-
      le condizioni di lavoro o da provvedimenti di tutela pubblica.
      La legislazione sociale infatti fu emanata solo nel secolo suc-
      cessivo quando maturò la consapevolezza dell’intervento sta-
      tale nell’economia per rimediare ai danni prodotti a livello so-
      ciale dal liberismo; molto importante fu a tale scopo la pres-
      sione esercitata sull’opinione pubblica dai nascenti movimenti
                 Titolo concesso in licenza a tonia locarico, 84762, ordine Istituto Geografico De Agostini 824316.
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      sindacali e socialisti. Soprattutto dopo le guerre napoleoniche
      (v. cap. 23) l’esportazione da parte dell’Inghilterra di prodot-
      ti industriali a basso costo provocò a sua volta l’avvio dell’in-
      dustrializzazione nelle zone dove le condizioni erano più fa-
      vorevoli per la presenza di carbone, per esempio nei territori
      settentrionali del Belgio e della Francia.
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