Page 267 - Storia Tutto
P. 267
Titolo concesso in licenza a tonia locarico, 84762, ordine Istituto Geografico De Agostini 824316.
Copyright 2011 De Agostini, Novara
L’età moderna
li e a uno sfruttamento più razionale delle risorse dello Stato.
Con le Costituzioni del 1723 e 1729 furono fissate leggi dello
La codificazione Stato uguali per tutti, primo esempio di una codificazione ri-
gorosa in una materia complessa e disordinata. Grande atten-
zione fu riservata alla formazione delle classi dirigenti: il mo-
dello gesuitico d’istruzione fu laicizzato, l’Università fu ogget-
to di importanti riforme; tuttavia, le innovazioni non incisero
profondamente nel tessuto della società sabauda, si limitarono
a produrre buoni quadri amministrativi senza portare lo Stato,
tranne rari casi, a contatto con i fermenti culturali europei. Con
Carlo Emanuele III Carlo Emanuele III (1730-73) le riforme produssero un ammo-
dernamento esclusivamente burocratico dello Stato. La ten-
denza sabauda a espandersi nei territori della Lombardia au-
striaca venne confermata quando, con la Pace di Vienna (1738),
vennero annessi i territori di Novara e Tortona. Ulteriori an-
Le annessioni nessioni si ebbero a seguito della Guerra di successione au-
striaca, frutto dell’alleanza con l’Austria, che con la Pace di Aqui-
sgrana (1748) cedette Vigevano e l’Alto Novarese al re sardo. Il
Vittorio Amedeo III successore Vittorio Amedeo III si unì alle coalizioni antirivolu-
zionarie: sconfitto da Bonaparte, dovette firmare l’armistizio di
Cherasco Cherasco (28 aprile 1796) per poter eliminare un focolaio rivo-
luzionario che era nato ad Alba, dove era stata formata una re-
pubblica. Da quel momento, dopo il volontario esilio del re di
Sardegna, il Piemonte seguì le sorti degli altri territori italiani.
Il Ducato di Milano
Dalla Spagna La Guerra di successione spagnola aveva decretato il passaggio
all’Austria del Ducato di Milano dagli Spagnoli agli Asburgo; fu acquisito
anche il Ducato di Mantova conquistato dalle truppe imperiali
all’ultimo Gonzaga schierato con Luigi XIV. La Lombardia au-
striaca fu in primo luogo terreno di sperimentazione per le ini-
ziative riformiste degli Asburgo: sia Maria Teresa sia il figlio Giu-
seppe II fecero della Lombardia il banco di prova delle riforme,
Il giuseppinismo soprattutto in campo religioso (giuseppinismo). Carlo VI nel
1718 aveva deciso la compilazione di un moderno catasto ge-
nerale, completato solo nel 1750 grazie all’incessante opera del
La stagione toscano Pompeo Neri. Vennero inoltre affrontati i problemi del-
delle riforme la riforma amministrativa locale, la questione della sperequa-
zione fiscale e dei dazi commerciali, la riforma della beneficen-
za e dell’assistenza pubblica, l’assegnazione e la gestione dei va-
canti religiosi tramite la creazione di giunte ad hoc formate da
funzionari con specifiche competenze in materia. Gli Asburgo
riuscirono a ottenere numerose adesioni al loro programma
riformistico da parte di quel ceto di piccoli e medi proprietari
borghesi che andavano a porre le basi per il successivo svilup-
266