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      18      L’Italia del Settecento



      Il ’700 fu un secolo di notevoli cambiamenti in Italia: vi fu il passaggio
      dall’egemonia spagnola (che risaliva all’epoca di Carlo V) a quella austriaca
      (sancita dalla Pace di Utrecht); si assistette al riaffacciarsi dei Borbone
      di Spagna con i figli di Elisabetta Farnese (Carlo a Napoli e Filippo a Parma);
      alcune antiche famiglie regnanti si estinsero, come i Medici di Firenze,
      soppiantati dagli Asburgo-Lorena, e i Farnese di Parma. Nella loro immobilità
      le aristocratiche repubbliche di Genova e di Venezia e lo Stato della Chiesa
      si erano ormai avviate alla decadenza. I cambiamenti tuttavia non furono
      solo politici, il pensiero illuminista degli “enciclopedisti” francesi
      e dei free thinkers inglesi si arricchì del contributo di filosofi e giuristi italiani.
      Personaggi di primo piano come Beccaria, Verri e Giannone fornirono
      il supporto ideale ai programmi riformatori dei principi stranieri in Italia
      (gli Asburgo a Milano e in Toscana, i Borbone a Napoli).
      Nel frattempo, altri mutamenti di carattere socio-economico iniziarono
      a modificare la struttura della società italiana.

      Il Piemonte
      Nei primi anni di regno Vittorio Amedeo II (1685-1730) cercò  Vittorio Amedeo II
      di liberarsi dalla presenza francese a Casale e Pinerolo: riuscì nel  Lo scontro
      suo intento grazie al rovesciamento delle alleanze del 1696  con la Francia
      quando dal campo antifrancese passò a quello di Luigi XIV in
      cambio delle due piazzeforti. Durante la Guerra di successione
      spagnola Vittorio Amedeo entrò nel campo imperiale grazie al-  L’assedio di Torino
      l’ausilio del comandante imperiale Eugenio di Savoia che salvò
      Torino in un’epica battaglia nel 1706. Dopo l’acquisizione del
      rango di reame e l’acquisto della Sicilia, scambiata con la Sar-
      degna nel 1719, nacque il Regno di Sardegna. Vittorio Amedeo  Il Regno di Sardegna
      volle creare uno Stato forte su modello francese con l’appog-
      gio di un nuovo ceto di magistrati e di esponenti della borghe-
      sia che aspirava alla nobiltà. Con l’Editto di perequazione del
      1720 i carichi fiscali furono ridistribuiti non solo fra le diverse  Le riforme fiscali
      province, ma anche fra tutti i ceti. Inoltre furono emanati prov-
      vedimenti per la rivendicazione al demanio statale di tutti i be-
      ni feudali ed ecclesiastici tenuti illegittimamente per distribuir-
      li ai fedeli collaboratori. Con la Santa Sede vi fu un duro scon-
      tro a proposito dei beni ecclesiastici immuni (in Sicilia) e va-
      canti, questione poi risolta con gli accordi del 1727 e del 1740.
      Vittorio Amedeo inaugurò una politica economica mercantili-
      stica, favorevole allo sviluppo delle manifatture tessili naziona-
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