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Il Medioevo
IL CONCORDATO DI WORMS E LO SPIRITO RIFORMATORE
Fin dal pontificato di papa Pasquale II si La riforma promossa da Gregorio VII ave-
erano affermate, in merito al problema va avuto i suoi effetti liberando la Chiesa
del conferimento delle investiture, cor- dal potere imperiale ma non dalla mon-
renti dottrinarie moderate. Ivo di Char- danità. Gli stessi monasteri cluniacensi
tres, Gregorio da Catino, Ugo di Fleury che avevano sostenuto il ritorno alla po-
sostenevano tutti la necessità di un chia- vertà evangelica si erano arricchiti molto
rimento e, pur su posizioni diverse, con- durante il periodo di lotta e avevano co-
cordavano che quello conferito dal so- minciato a trascurare la regola benedet-
vrano era solo il possesso di beni perso- tina. Un nuovo spirito riformatore nacque
nali, unito a una giurisdizione civile, non nel monastero di Citeaux, fondato a Di-
un ufficio religioso. Il Concordato di gione nel 1098 da Roberto di Molesmes.
Worms rappresentò il prevalere di posi- I monaci cistercensi (il cui rappresen-
zioni moderate. La restituzione al ponte- tante più importante fu Bernardo di Chia-
fice del potere di conferire le nomine ve- ravalle, 1091-1153) rinunciarono a qual-
scovili legò in modo sempre più forte i siasi forma di ricchezza e reintrodussero
vescovi al papa; lo stesso accadde per i nei monasteri il lavoro manuale, oppo-
monasteri, molti dei quali passarono alle nendo allo sfarzo cluniacense il valore
dirette dipendenze della sede pontificia. della spiritualità.
poggiata. La risposta negativa del papa spinse l’imperatore a
convocare una Dieta (assemblea in cui i principi laici ed eccle-
I principi tedeschi siastici, i maggiori feudatari e i rappresentanti delle città impe-
accusano il papa; riali deliberavano sui problemi principali dell’Impero) a Worms
la scomunica in cui i vescovi tedeschi accusarono Gregorio VII di non essere
a Enrico IV stato eletto regolarmente, di aver seminato discordia nella Chie-
sa, di aver spinto il popolo contro i vescovi e di aver vissuto in
intimità con la contessa Matilde di Canossa. In reazione, il pa-
pa convocò un concilio in cui scomunicò l’imperatore. Nel 1077
Enrico IV si presentò al papa che si trovava a Canossa presso
Matilde (si presentò in abiti da penitente e attese tre giorni di
L’umiliazione essere ricevuto; per questo l’episodio è ricordato come “umi-
di Canossa liazione di Canossa”), chiedendogli perdono per le sue colpe.
Il papa, consigliato da Matilde e dall’abate di Cluny, assolse l’im-
peratore abrogando la scomunica. In seguito i principi tedeschi,
riuniti in una dieta in Baviera, deposero l’imperatore sosti-
tuendolo con il duca Rodolfo di Svevia. Gregorio appoggiò i
principi tedeschi e nel 1080 depose e scomunicò di nuovo En-
rico IV e riconobbe Rodolfo; la scomunica non fu soltanto una
punizione spirituale ma un’arma politica che permise al papa
Lo scontro armato: di porsi come arbitro nei contrasti dell’Impero. Enrico IV, per
la sconfitta tutta risposta, convocò a Bressanone un’assemblea di vescovi
di Gregorio (in maggioranza italiani) che depose Gregorio e nominò un an-
tipapa. Le due forze contrapposte arrivarono allo scontro ar-
mato: Enrico IV batté le forze papali (le truppe canossiane) e fu
incoronato imperatore dall’antipapa Clemente III. Gregorio, ri-
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