Page 131 - Storia Tutto
P. 131

Il Medioevo


      SAN BENEDETTO E LA REGOLA BENEDETTINA
      San Benedetto, del quale abbiamo noti-  tica atti di penitenza e lavora (lavoro ma-
      zie attraverso l’opera di Gregorio I, i Dia-  nuale, artigianale e agricolo), compiti
      loghi, dopo aver fondato alcune picco-  sintetizzati nella formula Ora et labora.
      le comunità a Subiaco, ne fondò un’al-  Negli ultimi capitoli l’accento è posto
      tra a Montecassino nel 529. Qui elaborò  sulla vita comunitaria e sui rapporti tra i
      la Regola, basandosi sulle Sacre Scrit-  monaci. Fondamentale è la carità che vi-
      ture, sulla tradizione monastica e su  vifica sia la vita personale sia quella co-
      quella ascetica. Nell’introduzione Bene-  munitaria. Gli insegnamenti di San Be-
      detto si sofferma in modo particolare sul  nedetto furono diffusi dai suoi monaci ri-
      carattere spirituale della vocazione e  fugiatisi a Roma dopo la distruzione del
      della vita monastica. Nel monastero il  monastero (577) da parte del duca lon-
      monaco impara, guidato dall’abate, le  gobardo Zotone. Nell’VIII sec. i monaci
      virtù cristiane, soprattutto l’obbedienza,  poterono tornare a Montecassino dove
      l’umiltà e il silenzio. Nella vita monasti-  costruirono una nuova abbazia e dal-
      ca (su cui Benedetto si sofferma nella  l’817 la Regola si estese a tutti i mona-
      parte successiva) il monaco prega, pra-  steri carolingi.
                    spezzettarono il territorio in ducati il cui numero arrivò a 35.
                    L’Italia settentrionale fu divisa in due parti: la Longobardia
                    (da cui deriverà “Lombardia”), comprendente le terre con-
                    quistate dai longobardi, e la Romània (da cui deriverà “Ro-
                    magna”), cioè i territori rimasti ai Bizantini. I ducati maggio-
                    ri furono quelli del Friuli, di Trento, di Spoleto e Benevento;
                    molti Longobardi si stanziarono anche in piccoli centri o fon-
                    darono nuove città. Cacciata la burocrazia bizantina, si impa-
                    dronirono di terre e ridussero la popolazione romana a una
                    condizione quasi servile.
     Dall’anarchia   Alla morte di Alboino (572) e del suo successore Clefi (574),
     al regno di Autari  entrambi assassinati, ci fu un periodo di anarchia fino al 584
                    quando prese il potere Autari, che diede vita a un vero e pro-
                    prio regno. Per rafforzare il potere centrale, Autari si fece con-
                    segnare dai duchi la metà dei loro possessi e costituì un de-
     Il re Agilulfo e molti  manio regio che affidò a suoi funzionari (gastaldi). Ad Auta-
     nobili longobardi   ri succedette Agilulfo (590-615) che ne sposò la vedova Teo-
     si convertono   dolinda, di religione cattolica, convertendosi a sua volta in-
     al Cristianesimo  sieme a gran parte della nobiltà longobarda.
                    Il monachesimo e papa Gregorio I
     La forza sociale   La Chiesa in quel periodo andava acquistando un potere sem-
     della Chiesa   pre più grande. Tra il VI e l’VIII sec. si era largamente diffuso
     e la diffusione   il monachesimo che ebbe fra i suoi principali iniziatori
     del monachesimo  Sant’Antonio Abate, un eremita egiziano vissuto nel IV sec.,
                    che aveva abbandonato la vita secolare per ritirarsi in medi-
                    tazione nel deserto. Questa forma di vita distaccata dalla so-
     130
















                      Titolo concesso in licenza a tonia locarico, 84762, ordine Istituto Geografico De Agostini 824316.
Copyright 2011 De Agostini, Novara
   126   127   128   129   130   131   132   133   134   135   136