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Il Medioevo
SAN BENEDETTO E LA REGOLA BENEDETTINA
San Benedetto, del quale abbiamo noti- tica atti di penitenza e lavora (lavoro ma-
zie attraverso l’opera di Gregorio I, i Dia- nuale, artigianale e agricolo), compiti
loghi, dopo aver fondato alcune picco- sintetizzati nella formula Ora et labora.
le comunità a Subiaco, ne fondò un’al- Negli ultimi capitoli l’accento è posto
tra a Montecassino nel 529. Qui elaborò sulla vita comunitaria e sui rapporti tra i
la Regola, basandosi sulle Sacre Scrit- monaci. Fondamentale è la carità che vi-
ture, sulla tradizione monastica e su vifica sia la vita personale sia quella co-
quella ascetica. Nell’introduzione Bene- munitaria. Gli insegnamenti di San Be-
detto si sofferma in modo particolare sul nedetto furono diffusi dai suoi monaci ri-
carattere spirituale della vocazione e fugiatisi a Roma dopo la distruzione del
della vita monastica. Nel monastero il monastero (577) da parte del duca lon-
monaco impara, guidato dall’abate, le gobardo Zotone. Nell’VIII sec. i monaci
virtù cristiane, soprattutto l’obbedienza, poterono tornare a Montecassino dove
l’umiltà e il silenzio. Nella vita monasti- costruirono una nuova abbazia e dal-
ca (su cui Benedetto si sofferma nella l’817 la Regola si estese a tutti i mona-
parte successiva) il monaco prega, pra- steri carolingi.
spezzettarono il territorio in ducati il cui numero arrivò a 35.
L’Italia settentrionale fu divisa in due parti: la Longobardia
(da cui deriverà “Lombardia”), comprendente le terre con-
quistate dai longobardi, e la Romània (da cui deriverà “Ro-
magna”), cioè i territori rimasti ai Bizantini. I ducati maggio-
ri furono quelli del Friuli, di Trento, di Spoleto e Benevento;
molti Longobardi si stanziarono anche in piccoli centri o fon-
darono nuove città. Cacciata la burocrazia bizantina, si impa-
dronirono di terre e ridussero la popolazione romana a una
condizione quasi servile.
Dall’anarchia Alla morte di Alboino (572) e del suo successore Clefi (574),
al regno di Autari entrambi assassinati, ci fu un periodo di anarchia fino al 584
quando prese il potere Autari, che diede vita a un vero e pro-
prio regno. Per rafforzare il potere centrale, Autari si fece con-
segnare dai duchi la metà dei loro possessi e costituì un de-
Il re Agilulfo e molti manio regio che affidò a suoi funzionari (gastaldi). Ad Auta-
nobili longobardi ri succedette Agilulfo (590-615) che ne sposò la vedova Teo-
si convertono dolinda, di religione cattolica, convertendosi a sua volta in-
al Cristianesimo sieme a gran parte della nobiltà longobarda.
Il monachesimo e papa Gregorio I
La forza sociale La Chiesa in quel periodo andava acquistando un potere sem-
della Chiesa pre più grande. Tra il VI e l’VIII sec. si era largamente diffuso
e la diffusione il monachesimo che ebbe fra i suoi principali iniziatori
del monachesimo Sant’Antonio Abate, un eremita egiziano vissuto nel IV sec.,
che aveva abbandonato la vita secolare per ritirarsi in medi-
tazione nel deserto. Questa forma di vita distaccata dalla so-
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