Page 37 - Storia della Russia
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Ivan I «Borsa di denaro» 1328-1341 Vasilij II il Cieco 1425-1462
Semën il Superbo 1341-1353 Ivan III il Grande 1462-1505
Ivan II il Mite 1353-1359 Vasilij III 1505-1533
Dmitrij Donskoj 1359-1389 Ivan IV il Terribile 1533-1584
Vasilij I 1389-1425 Fëdor I 1584-1598
I principi di Mosca beneficiarono inoltre della saggezza di altri membri del clero, in
particolare san Sergij di Radonež (1314-1392), la figura più importante del primo
monachesimo russo. La sua famosa agiografia, composta nei primi anni del XV secolo,
narra della sua ricerca spirituale iniziata come asceta e anacoreta nella foresta. La sua
santità non tardò ad attirare discepoli e portò alla fondazione, intorno al 1335, vicino a
Mosca, del monastero della Santa Trinità (che divenne poi della Trinità di San Sergij), di
cui egli accettò con riluttanza la carica di egumeno; questo luogo divenne il centro della
Chiesa russa ortodossa. I primi monasteri della Rus’ erano situati nelle aree urbane e i voti
monastici non avevano impedito la prosecuzione delle attività secolari. Ma l’esempio di
Sergij ispirò la nascita di una serie di comunità cenobitiche: i suoi discepoli e colleghi si
ritirarono in zone isolate, fondando altri monasteri che seguissero l’esempio del monastero
della Santa Trinità; nel giro di un secolo nel nord della Rus’ si formarono circa cento
cinquanta nuovi monasteri, fino al Mar Bianco dove intorno al 1450 fu fondato il grande
Soloveckij Monastyr’ (monastero delle isole Solovki). Questi centri testimoniano un
rinnovamento spirituale caratterizzato dall’avvento dell’esicasmo bizantino, un
movimento proveniente dal monte Athos che privilegiava la preghiera e la devozione
individuale come mezzi per una più intima comunione con Dio e che trovò la sua massima
espressione nella vita ascetica. Il fatto che Sergij avesse dedicato la prima cappella e il
primo monastero alla Santa Trinità rifletteva la particolare attenzione dell’esicasmo alle tre
manifestazioni delle divinità. La «Trinità dell’Antico Testamento» è anche il soggetto del
capolavoro di Andrej Rublëv (1360 circa-1430 circa), il più grande pittore russo di icone,
che per un periodo visse come monaco nel monastero della Trinità di San Sergij. Egli fu
uno dei grandi maestri di quell’epoca che segna l’apice dell’arte religiosa russa.
Sergij si dedicò anche a questioni terrene, oltre che spirituali, e i principi ricorsero
spesso al suo consiglio. Quando il potere dell’Orda d’Oro e dell’impero mongolo nel suo
complesso cominciò a declinare, l’appoggio della Chiesa fu determinante nel cammino
verso l’indipendenza della Rus’. Il graduale sviluppo di un’economia agricola nei territori
dell’Orda ne minò la capacità di addestrare e mantenere un esercito adeguato, e a causa
dell’originaria organizzazione nomade, che non riusciva a evolversi e a adattarsi alla
nuova situazione, non fu garantito un saldo controllo delle popolazioni assoggettate né
impedite lotte intestine tra le varie élite; inoltre l’Orda fu fatta oggetto di attacchi esterni.
La prima importante vittoria militare della Rus’ sulle truppe mongole fu una diretta
conseguenza degli scontri per il potere interni all’Orda. Nel 1380 Dmitrij Ivanovič di
Mosca (1359-1389) guidò una coalizione russa a Kulikovo, lungo l’alto Don, contro il
comandante mongolo Mamaj, che non essendo discendente della linea cingiside (di
Gengis Khan), poteva benissimo essere considerato un usurpatore illegittimo dell’Orda.
Che Sergij di Radonež abbia benedetto l’esercito russo e inviato persino monaci a capo
delle truppe è probabilmente leggenda posteriore, ma di sicuro il clero ne approvò
l’impresa. Gli alleati lituani di Mamaj non parteciparono allo scontro e i russi ottennero