Page 222 - Storia della Russia
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La ricostruzione, la Guerra fredda
e la morte di Stalin: 1945-1953
La situazione geopolitica postbellica e la ricostruzione
La Grande guerra patriottica, la vittoria contro tutti gli ostacoli e l’espansione della forza
militare sovietica trasformarono l’Urss in una delle due superpotenze mondiali. Questo
successo giustificò il regime agli occhi degli idealisti rivoluzionari, che videro legittimati
la rivoluzione e il potere sovietico, e dei cittadini più scettici, che si consolarono dei
sacrifici e del terrore con la restaurazione dell’impero e del prestigio internazionale.
L’impegno condiviso e le conquiste comuni crearono in molti un nuovo legame con la
società, con il paese e con il sistema, grazie ai quali si era realizzato questo trionfo.
Qualsiasi fossero le motivazioni di partenza, il disperato sforzo, cui avevano partecipato
tutte le parti dell’Unione, e lo schiacciante successo militare si trasformarono nella più
grande legittimazione del regime sovietico: confermarono la potenza e la stabilità
raggiunte nei primi trent’anni di potere comunista e permisero al sistema di sopravvivere
alla fine dello stalinismo.
Nella nuova geografia internazionale del dopoguerra l’Urss assorbì territorio polacco,
spostando così i suoi confini verso ovest; Stalin istituì «democrazie popolari» comuniste
nei paesi dell’Europa orientale, controllate dal potere sovietico soprattutto con la forza,
che costituivano una zona cuscinetto contro le potenze capitaliste, un’estensione del
socialismo sovietico, e un nuovo impero. Questo «impero esterno» sovietico era diretto
dal Kominform (Ufficio d’informazione dei partiti comunisti), che sostituì il Komintern, e
poi dal 1949 dal Comecon (Consiglio di mutua assistenza economica). Nel 1946
Churchill, in un discorso pubblico, parlò di una «cortina di ferro», riconoscendo le nuove
divisioni europee e lo scontro tra diversi sistemi e visioni del mondo; nel 1949, all’Unione
Sovietica si aggiunse la Repubblica Popolare Cinese. Il monopolio sovietico
dell’ortodossia comunista era comunque già stato sfidato dalla Jugoslavia di Tito,
indipendente dal punto di vista ideologico. La forza militare dell’Urss garantiva la
sicurezza socialista e l’ordine sovietico in Europa orientale. Era inoltre la prova del suo
status di superpotenza, sebbene da questo punto di vista l’acquisizione americana della
bomba atomica l’avesse notevolmente indebolita. Questa e lo sviluppo dei sistemi
missilistici a lunga gittata resero obsoleti i calcoli di acquisizioni e perdite territoriali.
L’equilibrio fu nuovamente raggiunto nel 1949, quando anche l’Urss si dotò della bomba,
dando vita allo stallo militare della Guerra fredda tra la NATO (North Atlantic Treaty
Organisation, Patto Atlantico), creata quello stesso anno, e le forze comuniste del Patto di
Varsavia (1955).
La debolezza delle economie dell’Europa occidentale e la paura dell’espansionismo
sovietico, che si era manifestato con l’appoggio ai comunisti greci e iraniani, sollecitò nel
1947, da parte americana, l’istituzione del Piano Marshall, un programma di sostegno
economico all’Europa, cui si aggiunse la dottrina di Truman, che offriva aiuto americano
alle democrazie occidentali contro il pericolo di sovversione. In teoria, il Piano Marshall si
rivolgeva anche all’Urss e ai suoi alleati, che però rifiutarono quell’intrusione americana
nei loro affari interni. L’Unione Sovietica, invece, sfruttò al massimo le zone della
Germania che aveva occupato e diede avvio alla ricostruzione del paese, ormai distrutto,