Page 179 - Storia della Russia
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Sull’onda  degli  avvenimenti  di  Pietrogrado,  il  «potere  dei  soviet»  cominciò  ad
        affermarsi anche in altre zone del paese. Il 3 novembre, con una sollevazione bolscevica, a
        Mosca il Cremlino venne occupato definitivamente. Entro il 1° novembre, in genere in
        modo più pacifico, i soviet avevano preso il controllo di molte città sul Volga e a Tver’,
        Rjazan’ e Rostov sul Don; anche Ufa in Baškirija, Baku, centro dell’industria petrolifera
        del Caspio, e Taškent in Asia centrale erano in mano ai sovietici. Nell’inverno del 1917-
        1918 in tutta la Russia i soviet rurali assunsero il controllo a livello distrettuale (volost’).
        Nel  frattempo  l’opposizione  cominciò  a  riorganizzarsi.  Alcune  deboli  azioni
        antibolsceviche a Pietrogrado non ottennero risultati, ma nel mese di novembre, a Tiflis
        (Tiblisi), in Georgia, fu istituito un «Commissariato transcaucasico» antibolscevico, di cui

        facevano parte anche i menscevichi, e a Novočerkassk (in territorio cosacco) i generali
        Kornilov e Alekseev cominciarono a organizzare un «esercito volontario». Il Sovnarkom
        prendeva misure per rafforzare il suo monopolio del potere: il 28 ottobre un decreto aveva
        proibito  i  giornali  «controrivoluzionari»;  fu  introdotta  una  rigida  censura.  Mentre  i
        «volontari» cominciavano a riunirsi, fu spiccato un ordine di cattura nei confronti dei capi
        «cadetti»,  accusati  di  fomentare  la  guerra  civile.  Il  7  dicembre  il  Sovnarkom  creò  la
        Commissione  straordinaria  panrussa  per  la  lotta  al  sabotaggio  e  alla  controrivoluzione
        (Čeka),  una  nuova  polizia  segreta  diretta  dall’ex  nobile  polacco  Feliks  Džeržinskij:  la
        Čeka,  che  poteva  contare  su  poteri  ampi  e  indefiniti,  divenne  il  principale  organo  di
        controllo  politico  nell’Unione  Sovietica.  Nel  1922  cambiò  ufficialmente  nome  in  GPU
        («Direzione  politica  di  stato»),  subendo  nel  tempo  altre  trasformazioni  nominali  e
        istituzionali: OGPU, NKVD, NKGB («Commissariato del popolo per gli Affari Interni/per la
        Sicurezza di stato»), MGB, KGB («Ministero/Comitato per la sicurezza dello stato»), e dopo
        il 1991 FSB («Servizio per la sicurezza federale»).

           Intanto, si stavano svolgendo le elezioni dell’Assemblea costituente, rimandate ormai

        da  troppo  tempo:  i  bolscevichi  non  avevano  ritenuto  prudente  cancellare  l’Assemblea
        «borghese» a lungo promessa ed erano comunque convinti di ottenere la maggioranza. Ma
        presto si resero conto che sarebbero stati superati di misura dagli elettori rurali degli SR,
        che  infatti  ottenne  il  58%  dei  voti.  A  dicembre  Lenin  pubblicò  le  Tesi  sull’Assemblea
        costituente,  chiedendo  la  piena  ratifica  del  potere  ai  soviet  (dunque  ai  bolscevichi).
        Riunitasi nel gennaio del 1918, l’Assemblea respinse la proposta di Lenin e fu dichiarata
        sciolta, chiusa dalle guardie di sinistra che ne garantivano la «sicurezza». Una settimana
        più  tardi  si  riunì  a  Pietrogrado  il  III  Congresso  panrusso  dei  soviet,  a  maggioranza
        bolscevica,  che  adottò  una  Dichiarazione  dei  diritti  dei  popoli  lavoratori  e  sfruttati  e
        proclamò  la  Repubblica  Federativa  Socialista  Sovietica  Russa  (RSFSR):  la  prima
        Costituzione sovietica fu approvata nel luglio del 1918.

           Nel frattempo si era dato avvio ai negoziati con le potenze centrali per porre fine alla
        partecipazione  russa  alla  guerra.  Finora  la  presa  di  potere  da  parte  dei  soviet  e  dei
        bolscevichi  non  aveva  innescato  la  promessa  rivoluzione  europea;  dopo  gli  eventi  del
        1917,  l’ex  esercito  imperiale  russo  era  al  collasso  e  il  Sovnarkom  aveva  autorizzato  la
        smobilitazione. Ciononostante, i sovietici proposero una «pace giusta» senza annessioni o

        indennizzi,  che  rispettasse  i  diritti  di  autodeterminazione  nazionale.  Naturalmente  gli
        avversari non gradirono l’offerta. Il Sovnarkom spostò allora la capitale a Mosca, città
        relativamente  più  sicura,  e  cominciò  a  costituire  una  nuova  Armata  rossa  di  operai  e
        contadini, sotto la direzione di Trockij, commissario del popolo per gli Affari Militari, che
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