Page 119 - Storia della Russia
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Pugačëv, il pretendente

        La  Guerra  russo-turca  (1768-1774)  distrasse  il  governo  da  questi  complessi  problemi
        interni,  e  prima  ancora  che  il  conflitto  giungesse  a  termine,  sul  fiume  Jaik  scoppiò  la
        rivolta di Pugačëv. Un cosacco rinnegato del Don, Emel’jan Pugačëv, il più importante
        pretendente russo del XVIII secolo, nel 1773 sostenne di essere Pietro III, sfuggito a sicari
        mandati dalla moglie usurpatrice. Pugačëv conquistò in poco tempo un enorme consenso
        popolare.  L’atteggiamento  dei  contadini  nei  confronti  dell’autorità,  tradizionalmente

        ambivalente,  è  stato  riassunto  con  l’espressione  «monarchismo  ingenuo»:  i  contadini
        consideravano  sgradita  e  minacciosa  la  presenza  dell’autorità  esterna,  ma  non  lo  zar,
        voluto da Dio, santo e buono per definizione, il «piccolo padre» che desiderava il bene del
        suo popolo. Lo zar esaudiva sempre le richieste sottoposte alla sua attenzione (ragion per
        cui le petizioni continuavano a essere popolari), e se non rimediava a un torto subìto era
        soltanto  perché  lo  ignorava,  perché  cattivi  consiglieri,  funzionari  e  proprietari  terrieri
        glielo  tenevano  nascosto.  Quando  sapeva  ma  non  interveniva  o  compiva  il  male  di
        proposito, allora – soprattutto se donna – si trattava di un falso zar (da qui le voci che
        Pietro  il  Grande  fosse  l’Anticristo  o  l’avessero  scambiato  nella  culla).  I  pretendenti
        suffragavano le loro rivendicazioni mantenendo un’aura principesca e venendo incontro ai
        desideri del popolo: Pugačëv mostrava sul corpo presunti «segni regali» e, circondatosi di
        una copia della corte, nei suoi manifesti offriva le libertà cosacche a chi si fosse unito a
        lui.  I  contadini  seguivano  un  pretendente  per  genuina  convinzione  o  nella  speranza  di
        sfruttare la sua autorità a proprio vantaggio; molti luogotenenti di Pugačëv sapevano bene
        che il loro capo non era altro che un cosacco.













































           Mentre  i  cosacchi  del  Don,  cui  apparteneva,  non  parteciparono  alla  rivolta,  Pugačëv
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