Page 106 - Storia della Russia
P. 106

alle necessità della popolazione nel suo complesso. Il sistema non disponeva né di fondi
        sufficienti né di un numero valido di insegnanti e, nonostante le continue discussioni in
        materia, non furono fondate nuove università.

           È all’ambito giuridico che Caterina deve, dunque, la sua massima reputazione: il titolo
        «Grande», che le fu offerto dalla Commissione legislativa nel 1767, rimase per sempre
        legato al suo nome, pur essendo rifiutato ufficialmente dalla zarina. Dall’epoca di Pietro il
        Grande  ogni  governo  di  una  certa  importanza  aveva  cercato  di  affrontare  lo  spinoso
        problema  delle  leggi  russe  e  della  loro  codifica.  L’infruttuosa  Commissione  legale  di
        Elisabetta,  attiva  dal  1754  al  1766,  fu  rimpiazzata  da  Caterina  che  nel  1765  decise  di
        convocarne  una  propria,  elettiva  e  ampiamente  rappresentativa,  per  la  quale  scrisse  lei
        stessa una serie di principi guida, il Nakaz (Istruzione) del 1767, traendo ispirazione dalle
        maggiori  autorità  dell’epoca  (soprattutto  Montesquieu).  La  Commissione  per
        l’elaborazione  di  un  progetto  al  nuovo  codice  del  1767  fu  un’impresa  molto  seria,

        ingiustamente criticata sia al tempo di Caterina sia in seguito soltanto perché ebbe vita
        breve e fu incapace di produrre un nuovo codice. La sua assemblea principale fu sospesa
        nel  1768,  allo  scoppio  della  guerra  contro  i  turchi;  quelle  secondarie,  dedicate  a  temi
        specifici,  intorno  al  1774.  Ma  contrariamente  a  quanto  si  crede,  questa  istituzione
        rappresentò un tentativo reale (benché forse troppo ottimistico) di codifica delle leggi; le
        riunioni  furono  sospese  per  impedimenti  concreti  e  la  sua  infrastruttura  ecclesiastica
        mantenuta fino al 1796, per poi essere assorbita dalle commissioni dei regni successivi.
        Solo nel 1830, con il governo di Nicola I, si riuscirà a completare una Raccolta completa
        delle leggi russe in 44 grossi volumi, e un nuovo Digesto codificherà infine la legislazione
        esistente,  rivelandosi  un’aggiornata  e  autorevole  fonte  giuridica.  La  Commissione  di
        Caterina  raggiunse  comunque  risultati  considerevoli:  per  l’imperatrice  rappresentò  uno
        strumento fondamentale tramite cui consolidare la propria posizione politica, creando un

        forte  consenso  nazionale  intorno  alla  legge  del  suo  regno,  e  per  conoscere  opinioni  e
        aspirazioni dei gruppi sociali che costituivano la Commissione. I lavori mostrarono che la
        maggior  parte  dei  deputati  nobili  e  i  cittadini  erano  incolti,  egoisti  e  conservatori;
        l’imperatrice capì che misure radicali non sarebbero state né comprese né appoggiate. I
        documenti e le bozze della Commissione, che formano un insieme più o meno coerente,
        fornirono  una  gran  quantità  di  informazioni  sulle  problematiche  locali  e  sui  bisogni
        nazionali, che la zarina tenne sempre presente nella sua ulteriore attività legislativa.

           Caterina, una donna in un ruolo maschile in un mondo di uomini, ha goduto di fama
        controversa.  Le  curiosità  e  gli  aneddoti  sulla  sua  vita  privata  hanno  spesso  oscurato  i
        traguardi concreti raggiunti durante il suo regno; il suo modo di trattare contadini e nobili
        è  stato  condannato  in  modo  anacronistico;  la  sua  amicizia  con  Voltaire  e  con  Diderot,
        interpretata in maniera semplicistica, come un cinico esercizio di public relations. In realtà
        Caterina era una donna relativamente colta, in straordinaria sintonia con la vita culturale
        dell’Europa illuminista dell’epoca e, come altri suoi contemporanei, tra cui Federico di
        Prussia, possedeva fini doti politiche, oltre a un’intelligenza pratica, volte ad accrescere al
        massimo  la  potenza,  il  prestigio  e  l’influenza  della  Russia,  e  naturalmente  quelli  suoi

        personali. A tale scopo furono finalizzate sia la politica interna sia quella estera. Caterina,
        inoltre, fu una sovrana dell’Ancien Régime, separata dal mondo moderno dallo spartiacque
        della Rivoluzione francese, di cui divenne acerrima nemica quando, nei suoi ultimi anni,
        le nuove idee francesi misero in discussione la monarchia assoluta da lei rappresentata.
   101   102   103   104   105   106   107   108   109   110   111