Page 103 - Storia della Russia
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Il sistema servile assolutistico:
rafforzamento interno e decadenza
Il secolo compreso tra la Guerra dei sette anni e la Guerra di Crimea segna l’apogeo e la
fine del sistema sociopolitico petrino. I governi successivi dovettero cimentarsi con i suoi
stessi compiti primari: ottenere l’efficienza dell’amministrazione e il mantenimento di una
forza militare in un vasto stato contadino. I diversi stili e le priorità politiche di ciascun
monarca mettono in risalto la centralità del singolo sovrano nel sistema autocratico, e il
corso del loro regno dimostra anche gli effetti deleteri dell’età per i sovrani assoluti che
restano a lungo in carica. Il sistema giunse a maturità con la Rivoluzione francese e le
guerre napoleoniche, che rappresentarono sfide cruciali dal punto di vista ideologico,
politico e militare. Fino ad allora ogni cambiamento era stato guidato dal governo: Pietro I
e Caterina II furono decisamente più radicali delle élite che li circondavano. Ma dopo il
1789 i monarchi assursero al ruolo di guardia del potere legittimo e dello status quo,
mentre una minoranza dell’élite sposava valori più radicali. Questo processo culminò nella
fallita rivolta decabrista del 1825, ultima «rivoluzione di palazzo» ma anche primo
tentativo rivoluzionario di sovvertire il regime. Dopo il fallimento dei decabristi, Nicola I
riaffermò il controllo autocratico, costringendo i dissidenti a nascondersi o a espatriare
fino agli anni Sessanta dell’Ottocento. Tuttavia, il suo regno portava già in sé i germi della
dissoluzione.