Page 105 - Storia della Russia
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un’attivissima  riformatrice,  sul  modello  di  Pietro  il  Grande;  i  suoi  scritti  sono  più
        numerosi di quelli di tutti gli altri Romanov messi insieme. Le forze militari russe vennero
        revisionate e consolidate perché si risollevassero dalle fatiche della guerra, un conflitto
        che aveva prosciugato le casse del Tesoro. Il Senato, inizialmente, non era nemmeno in
        grado  di  quantificare  con  precisione  l’entità  delle  entrate:  sotto  Caterina  le  finanze
        vennero  rimesse  in  sesto  e  si  incentivò  la  crescita  economica,  soprattutto  attraverso  il
        commercio. Ma nel giro di pochi anni nuove guerre portarono all’ennesimo indebitamento
        con l’estero e all’introduzione nel 1769 delle prime banconote (assignacii); più tardi le
        spese aumentarono a dismisura. Caterina prestò allora particolare attenzione all’apparato
        amministrativo: dopo le parziali riforme degli anni Sessanta, lo Statuto delle province del

        1775 e la legislazione degli anni Ottanta (in particolare lo Statuto per il buon ordine, o di
        polizia, del 1782 e le Carte alla città e alla nobiltà del 1785), Caterina cercò di sveltire il
        funzionamento degli uffici centrali e di liberare il potenziale della nazione, affrontando un
        problema cronico dei governi russi: lo squilibrio tra centro e provincia. Così demandò il
        potere  amministrativo  (ma  non  il  controllo  politico)  alle  città  e  alle  province,  dando
        maggiore autonomia alle comunità locali e coinvolgendo negli affari provinciali i nobili
        che non prestavano servizio. Il nuovo sistema amministrativo del 1775 fu realizzato per
        gradi nel corso dei due decenni successivi e venne applicato anche a zone con tradizioni
        differenti, come Ucraina e Livonia: le popolazioni e le amministrazioni di questi territori
        dovettero  uniformarsi  al  modello  centrale  della  Grande  Russia.  La  riforma  di  Caterina
        sembra  aver  funzionato  meglio  a  suo  tempo  di  quanto  gli  storici  generalmente  siano
        portati a concedere. Tuttavia, il governo provinciale rimase debole: i proprietari terrieri
        continuavano  ad  avere  più  autorità  delle  amministrazioni  locali,  tanto  che  alla  fine  del
        secolo il sistema scricchiolava.

           Caterina manifestò un vivace interesse per la politica sociale. Di estrema importanza era

        la  questione  della  crescita  demografica,  colonna  portante  della  teoria  cameralista,  con
        ovvie implicazioni militari e finanziarie. Malgrado l’Europa si trovasse in piena crescita
        demografica, giustificando le cupe previsioni esposte da Thomas Malthus in Saggio sul
        principio di popolazione (1798), la maggior parte dei governi del XVIII secolo riteneva
        troppo esigua la propria popolazione. La crescita demografica poteva essere incrementata
        migliorando  la  sanità  pubblica,  tramite  il  benessere  sociale  e  la  filantropia  (questioni
        insieme  pratiche,  economiche  e  morali)  ed  era  inoltre  collegata  alla  condizione  dei
        contadini e dei servi della gleba, di cui parleremo più avanti. Altri problemi centrali erano
        l’istruzione,  la  sicurezza  e  il  rispetto  delle  leggi,  dai  quali  non  dipendeva  solo
        l’amministrazione,  ma  anche  la  pace  e  la  produttività  delle  città  e  delle  campagne.  Il
        nuovo governo cercò di affrontare attivamente le varie problematiche nel corso del regno.
        Per aumentare la popolazione, sul Volga e sul Mar Nero vennero fondate colonie, dove si
        insediarono  fuggitivi  tornati  in  patria  e  immigrati  tedeschi.  Furono  istituiti  alcuni
        orfanotrofi.  Un  nuovo  collegio  medico  sovrintendeva  alla  costruzione  di  ospedali  e  nel
        1768,  con  gesto  «illuminato»,  e  molto  teatrale,  per  combattere  l’ignoranza  popolare  e
        sconfiggere le epidemie, Caterina fece vaccinare pubblicamente sé e il figlio Paolo contro

        il vaiolo (l’AIDS del XVIII secolo). Lo Statuto di polizia del 1782 costituì i Comitati per
        l’assistenza  sociale,  che  avevano  ampie  responsabilità  a  livello  locale.  Nel  campo
        dell’istruzione  il  risultato  maggiore  fu  raggiunto  istituendo  un  sistema  scolastico
        nazionale, creato negli anni Ottanta sul modello di Prussia e Austria. Tuttavia, sebbene
        perfettamente in linea con il pensiero pedagogico dell’epoca, la riforma non rispondeva
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