Page 98 - Storia della Russia
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La nuova cultura

        Prima di Pietro, la nobiltà condivideva la cultura tradizionale della Moscovia che si basava
        sul  Cristianesimo  ortodosso.  Come  abbiamo  visto,  durante  il  XVII  secolo  ci  furono  le
        prime  avvisaglie  di  un  mutamento  culturale,  mentre  negli  ultimi  decenni  del  secolo
        cominciarono a emergere nuove forme letterarie: «drammi scolastici» e racconti popolari
        profani, cui si aggiunsero ulteriori segnali della crescente secolarizzazione dell’élite, come
        il declino della fede nei miracoli. Ma la visione che l’élite aveva del mondo circostante era

        ancora sostanzialmente religiosa, e si trattava di una cultura condivisa da ogni strato della
        società. Le riforme di Pietro promossero ulteriori cambiamenti e svilupparono, a corte e
        negli  ambienti  aristocratici,  una  nuova  cultura  di  tipo  europeo.  Oltre  a  imporre  nuovi
        requisiti  per  il  servizio,  il  governo  intervenne  direttamente  anche  nella  vita  quotidiana,
        prescrivendo norme e regole che riguardavano la cultura personale, l’aspetto esteriore, i
        titoli  ufficiali  e  le  dignità  pubbliche.  Questo  atteggiamento  trovò  la  sua  massima
        espressione  nella  nuova  capitale,  San  Pietroburgo.  Pietro  costrinse  magnati,  nobili  e
        mercanti a trasferirsi nel suo «paradiso» ancora in costruzione e a erigere loro stessi nuove
        case,  secondo  un  progetto  prescritto.  Nei  luoghi  pubblici  furono  esposti  manichini  a
        dimostrazione  delle  nuove  mode  imposte.  Lo  zar,  sebbene  di  gusti  molto  frugali,
        pretendeva  dai  suoi  maggiori  cortigiani  consumi  e  lussi.  Dedito  in  prima  persona  a
        baldorie abbondantemente innaffiate di alcol, Pietro I istituì nel 1718 riunioni speciali per
        la nobiltà dette assamblei (termine derivato dal francese): questi incontri si tenevano in
        case  private,  in  cui  gli  ospiti  si  dedicavano  alla  politesse,  vale  a  dire  all’arte  della
        conversazione,  al  gioco  delle  carte,  alla  danza  e  all’intrattenimento  delle  dame.  Queste
        ultime vennero strappate dalla segregazione del terem e costrette a unirsi agli uomini, in

        un’atmosfera  di  educata  cordialità,  dove  si  suonava  musica  strumentale  straniera,
        infrangendo la secolare condanna ortodossa di simili diabolici passatempi. (La politesse,
        con  tante  altre  cose,  era  obbligatoria:  alle  porte  venivano  poste  delle  guardie  per
        assicurarsi  che  nessuno  andasse  via  troppo  presto,  e  gli  ospiti  –  uomini  e  donne  –  che
        mancavano o si comportavano «in modo improprio» potevano subire punizioni.) Nel 1706
        apparve  il  primo  manuale  di  scrittura  epistolare  e  nel  1717  fu  stampato  un  galateo
        intitolato L’onorevole specchio della gioventù.

           In questo processo il ruolo delle donne aristocratiche mutò notevolmente rispetto alle
        vecchie  tradizioni,  in  genere  molto  restrittive.  Così  scrisse  un  osservatore  straniero  a
        proposito della vita di provincia negli anni Sessanta del Seicento: «Le donne sono tenute
        recluse come schiave e devono lavorare tutto il giorno. Nessun uomo può guardarle in viso
        e le figlie vengono maritate senza che le abbia mai viste il fidanzato». Nel 1700 le donne
        che vivevano in città furono obbligate a indossare nuovi vestiti di foggia europea e nel
        corso  del  regno,  soprattutto  a  San  Pietroburgo  e  a  corte,  si  diffusero  anche  altre
        caratteristiche  della  buona  società  occidentale.  Nel  1724  un  altro  osservatore  straniero
        scriveva sulla vita di corte: «La donna russa, fino a poco tempo fa rozza e ineducata, ha

        subito un tale miglioramento che non ha ora più niente da invidiare alle signore tedesche o
        francesi  in  fatto  di  raffinatezza  e  buone  maniere,  e  sotto  certi  aspetti,  è  persino  loro
        superiore». Ma lontano dallo sguardo dello zar, i cambiamenti avvenivano in maniera più
        graduale e discontinua (con maggior lentezza tra i cittadini di rango non nobiliare), e a
        uniformarsi per primi furono gli aspetti esteriori, non la mentalità; tuttavia, le fondamenta
        erano  ormai  poste.  Le  donne  ottennero  anche  un  maggior  controllo  sulla  loro  vita:  i
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