Page 585 - Profili di Storia
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                                             Unità 22
                                             Il crollo dell’Occidente



                  in tal paragone dovrò ricordare i Galli, che  ci al solo scopo di correggere la città su-
                  per quasi un anno calpestarono da padro-  perba, lasciva, blasfema, nello stesso tem-
                  ni le ceneri dell’Urbe abbattuta e incendia-  po furono abbattuti dai fulmini i luoghi più  GUIDAALLALETTURA
                                                                                           1. A chi attribuisce Orosio la responsabilità
                  ta. E perché nessuno potesse dubitare che  illustri dell’Urbe che i nemici non erano  dell’irruzione dei barbari a Roma?
                  tanto scempio era stato consentito ai nemi-  riusciti ad incendiare.     2. Come vengono presentati i barbari da Orosio?




                                             Ingiustizia romana,giustizia barbara
                                             Tra gli autori che affrontarono il problema dei rapporti tra Romani e barbari, il prete di Marsiglia
                                             Salviano occupa un posto particolare. Egli non nasconde che ci sia qualcosa di repellente nei bar-
                                             bari (il fetore, i vestiti), ma li giudica moralmente superiori ai Romani: più giusti, più liberi, più
                                             generosi. In questa celebre invettiva da lui scritta verso il 440 i temi che animavano la millenaria
                                             contrapposizione tra la civiltà greco-romana e la barbarie risultano completamente capovolti.


                 DOC6
                  Salviano, Il governo di Dio, 4, 12-13; 5, 4-5  corpi e degli abbigliamenti barbarici, da  che molti sono colpiti da pochi individui,
                                                      coloro presso i quali si rifugiano, tuttavia  per i quali la riscossione delle imposte è di-
                  Volgiamo l’occhio alle turpitudini, alle ver-  preferiscono sopportare tra i barbari la dif-  ventata oggetto di rapina. [...] In quale città
                  gogne,  ai  delitti  del  popolo  romano  e  ci  ferenza del modo di vivere che non fra i  i capi non divorano fino all’ultimo i beni
                  renderemo conto se possiamo meritare la  Romani l’infierire dell’ingiustizia [...].  delle vedove e degli orfani e quelli di quasi
                  protezione divina mentre viviamo in tanta  Per quanto riguarda i nostri rapporti con i  tutti gli uomini di Chiesa, che vengono con-
                  impurità; [...] i poveri sono messi a sacco,  Goti e con i Vandali, in che cosa mai ci pos-  siderati come altrettanti orfani e vedove
                  le vedove gemono, gli orfani sono oppres-  siamo ritenere superiori o soltanto parago-  perché non vogliono difendersi? [...] Nes-
                  si, tanto che molti di essi e neppure nati da  narci con loro? Per cominciare dall’amore e  suno di costoro è dunque sicuro e quasi nes-
                  oscuri natali e signorilmente educati fug-  dalla carità [...] quasi tutti i barbari, almeno  suno, all’infuori dei più potenti, si sottrae
                  gono presso il nemico, per non morire nel  quelli che appartengono a una stessa stirpe  alla devastazione, al latrocinio e al saccheg-
                  tormento di una pubblica persecuzione:  e sono sudditi di uno stesso re, si amano vi-  gio, se non quelli che sono della stessa stof-
                  cercando invero presso i barbari l’umanità  cendevolmente mentre quasi tutti i Romani  fa dei ladroni. Le cose sono degenerate a tal
                  romana, dal momento che presso i Roma-  si perseguitano tra loro. [...] Da quest’em-  punto che non si salva se non chi è malvagio.
                  ni non possono sopportare una barbara  pia mentalità deriva anche una crudeltà che
                  inumanità. E sebbene differiscano per co-  i barbari ignorano e che per i Romani è in-  GUIDAALLALETTURA
                  stume, per lingua, ed anche si sentano re-  vece consueta: quella di opprimersi con l’e-  1. Che cosa rimprovera Salviano ai Romani?
                                                                                           2. In che cosa i barbari, secondo Salviano, sono
                  spinti per così dire dallo stesso fetore dei  sazione delle imposte. [...] Ciò che è grave è  superiori ai Romani?




                                             Il romano divenuto barbaro.
                                             Meglio vivere tra gli Unni che tra i Romani
                                             Ci sono vicende individuali, di personaggi oscuri, che possono divenire il simbolo di una storia
                                             collettiva che nessuno storico antico ha mai raccontato. È proprio questo il caso della vicenda
                                             di un uomo qualunque, di cui ignoriamo persino il nome, che costituisce una tra le immagini
                                             più significative di questo periodo.
                                             Di questo anonimo personaggio ci parla Prisco, un funzionario della corte romana di Costanti-
                                             nopoli che partecipò per conto dell’imperatore a varie missioni diplomatiche e scrisse un’opera
                                             storica dove i rapporti tra i Romani e i barbari avevano un notevole risalto. In essa si narrava
                                             anche della missione compiuta dallo stesso autore presso gli Unni.
                                             È il 449: Prisco attende di essere ricevuto da Attila nel suo quartier generale, posto in una lo-
                                             calità imprecisata nei pressi del Danubio. Durante la lunga attesa uno sconosciuto, che dall’a-
                                             spetto sembra un barbaro, si avvicina a Prisco e lo saluta in greco. Alla sorpresa del romano, lo
                                             sconosciuto risponde rivelando di essere egli stesso un romano e raccontando la sua avventuro-
                                             sa storia. Condotto dalle vicende del caso a vivere tra i barbari, una volta libero di scegliere se
                                             ritornare alla civilitas romana o se rimanere nel mondo barbarico, aveva preferito quest’ultimo.
                                             Al suo interlocutore l’uomo spiega anche con convinzione i motivi della sua scelta singolare. Gli

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