Page 487 - Profili di Storia
P. 487
P2_Modulo06.qxp 19-03-2010 11:46 Pagina 472
Modulo 6
L’impero tardoantico
† Rotoli di pergamena 3. L’attesa del Messia
in ebraico
L’immagine mostra uno dei numerosi Le sètte giudaiche Nell’epoca in cui la Palestina era diventata provincia romana, la re-
rotoli di pergamena ritrovati ligione giudaica era caratterizzata dalla presenza di numerose sètte. Queste operavano al-
nell’aprile del 1948 in una grotta di
Qumran, una località sulle rive del la luce del sole ed erano accomunate quasi tutte dal rispetto dei princìpi fondamentali
Mar Morto. Le centinaia di rotoli, della fede e dal rispetto della Legge giudaica. Esse si distinguevano per le diverse inter-
scritti in ebraico e conservati in giare
di terracotta, contengono quasi tutti pretazioni di alcuni aspetti della fede. Le sètte principali erano quattro. Sadducei (forse
i libri dell’Antico Testamento e da Sadoq, gran sacerdote dell’epoca di Salomone) e Farisei (dal termine ebraico che si-
numerosi scritti attribuiti agli Esseni.
Si ritiene che questa setta abbia gnifica «i separati») rappresentavano il giudaismo ufficiale e accettavano, se pure in for-
preservato la biblioteca della ma e in misura diversa, il compromesso nei rapporti con l’autorità romana: i Sadducei,
comunità dalla possibile distruzione
a opera dei Romani in occasione per lo più provenienti dall’aristocrazia sacerdotale, erano ampiamente disponibili ad ac-
della rivolta giudaica del 66 d.C., cettare il dominio straniero, purché fosse garantita la pace sociale e il rispetto dei riti del-
nascondendola in queste grotte.
la religione tradizionale; i Farisei, invece, benché poco concilianti nei
confronti delle autorità romane, erano comunque contrari all’uso del-
la forza contro di esse e si sforzavano di adattare la dottrina giudaica al-
l’evolversi dei tempi (donde l’immagine di formalisti ipocriti trasmes-
saci dai Vangeli). Zeloti (dal greco zelotès, «fanatico») ed Esseni (non è
chiara la derivazione del loro nome) esprimevano correnti spiritualisti-
che, ma i primi, riconoscendo solo l’autorità divina, si opponevano a
mano armata al dominio romano, mentre i secondi praticavano un mo-
do di vita ascetico, riuniti in comunità sulle rive del Mar Morto.
Attesa di salvezza Tutte le sètte giudaiche, a esclusione di quella sad-
ducea, erano animate in misura più o meno forte da un’attesa di sal-
sètte vezza. Dio non aveva abbandonato il suo popolo alla dominazione straniera: sarebbe ve-
La setta (dal latino secta, «sèguito») nuto un giorno in cui egli avrebbe manifestato la sua potenza e la sua giustizia; allora gli
è un insieme di persone che seguono
una dottrina filosofica, religiosa o empi sarebbero stati sterminati, mentre i Giudei avrebbero vissuto in una Palestina libe-
politica che si distacca da una ra e prospera. Ma questa nuova epoca si sarebbe realizzata soltanto con una seconda
dottrina prevalente. Creazione, che avrebbe dato vita a un nuovo mondo, sottoposto alla sovranità esclusiva
di Dio. Al culmine di questo grandioso processo avrebbe avuto luogo il Giudizio Finale:
i buoni avrebbero ricevuto la beatitudine eterna, i malvagi la dannazione eterna.
L’instaurazione del nuovo regno d’Israele sarebbe stata opera del Messia: questo termi-
GUIDAALLOSTUDIO ne, dall’ebraico Mashiah, significa «l’Unto», a indicare appunto l’unzione che consacra-
1. Quali sètte ebraiche non va la regalità. In un primo momento questa figura era intesa come pienamente umana, ma
riconoscevano l’autorità romana?
2. Qual è l’origine del termine già all’inizio della nostra èra il Messia era concepito come un essere sovrumano, a metà
«zelota»? strada tra gli uomini e Dio. La diffusione di queste credenze ebbe importanza fonda-
3. Che cosa significa Messia?
mentale per la nascita del cristianesimo.
4. La vicenda di Gesù
I Vangeli Il cristianesimo ebbe origine dalla predicazione di Gesù, che i discepoli desi-
gnarono ben presto come il Cristo o Messia (il greco Christòs corrisponde appunto all’e-
braico Mashiah). Su questo periodo, di importanza capitale nella storia dell’umanità, ci
informano quasi unicamente i quattro Vangeli attribuiti a Matteo, Marco, Luca e Giovan-
ni. Gli studiosi non concordano né sulle loro rispettive date né sulla loro attendibilità stori-
ca. Oggi nessuno nega che i Vangeli riflettano per molti aspetti una realtà storica ben preci-
sa. Non va dimenticato, tuttavia, che i Vangeli sono scritti religiosi, e non documenti stori-
ci in senso stretto: il loro fine era quello di edificare il popolo cristiano raccontando la vi-
cenda terrena di Gesù Cristo, il figlio di Dio, non quello di fornire materiale agli storici.
472