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                                                                                  La nascita del cristianesimo



                        1. Le religioni orientali nell’impero romano

                         Nuovo scenario religioso Nei primi due secoli dell’impero romano si verificò un even-
                        to destinato a cambiare la storia dell’umanità: la nascita e la diffusione della religione cri-
                        stiana. Ma, prima di diventare, nel IV sec. d.C., il più importante fenomeno religioso del-
                        l’impero, il cristianesimo fu solo un aspetto di un più vasto processo di diffusione di culti  culto
                        orientali in Occidente. I più importanti furono quello di Cibele, proveniente dall’Asia Mi-  È l’insieme dei riti propri di una
                        nore; quello di Iside e Serapide, proveniente dall’Egitto; quello di Mitra, sviluppatosi nel  religione. Il culto può manifestarsi
                                                                                                            in atti esterni, oppure corrispondere
                        mondo romano da un adattamento della religione persiana.                            a uno stato d’animo di venerazione e
                        Questo processo fu reso possibile dal carattere «aperto» della religione romana che, sin da  devozione.
                        tempi antichissimi, aveva accolto nel suo pantheon divinità italiche, greche e poi, via via,
                        provenienti da tutte le aree dell’impero. Un contributo decisivo fu dato anche, nel I e nel II
                        sec. d.C., dal moltiplicarsi dei contatti fra tutte le province dell’impero, per un insieme di
                        ragioni: l’estensione del sistema delle comunicazioni stradali, la sicurezza delle rotte medi-
                        terranee, l’accresciuto volume degli scambi commerciali, la mobilità di migliaia di soldati e
                        di ufficiali dell’esercito che prestavano servizio in zone diverse da quelle di origine.
                        Ma i principali fattori di successo dei culti orientali furono soprattutto la trasformazione
                        del clima religioso all’interno dell’impero e l’inadeguatezza della religione ufficiale ro-
                        mana a soddisfare le ansie spirituali nella loro espressione più intima e individuale.

                         Esigenze individuali La religione ufficiale, infatti, era da tempo cristallizzata in un for-
                        malismo rituale regolato nei minimi particolari, in cui le preghiere tendevano a diventa-
                        re formule e il rapporto con la divinità assumeva l’aspetto di un contratto: si presuppo-
                        neva, per esempio, che alla «prestazione» di un sacrificio dovesse corrispondere mecca-
                        nicamente il favore della divinità. Inoltre, poco spazio era lasciato alla dimensione indi-
                        viduale dell’esperienza religiosa: la religione romana ufficiale aveva carattere eminente-




                                                ® Banchetto di Mitra e del Sole, II-III sec. d.C.
                                                     [da Fiano Romano, Museo del Louvre, Parigi]
                         Il culto del dio Mitra, divinità della luce di origini persiane, si diffuse in Occidente nella
                            seconda metà del I secolo d.C. La sua diffusione avvenne soprattutto in ambiente
                            militare, tanto che Mitra è identificato con il dio dei soldati e della fraternità virile.
                          Secondo la più antica versione del mito, Mitra, alle origini del mondo, sgozza il Toro,
                         simbolo della vita, per sottrarlo allo Spirito del Male; dal sangue del Toro nasce la vita
                           e, alla fine del mondo, questo sacrificio darà l’immortalità ai fedeli del dio, il quale,
                               dopo l’atto sacrificale, sale al cielo per unirsi al Sole. I fedeli si riunivano per
                          consumare insieme il pane e il vino e per sacrificare animali, ripetendo così il rito del
                                                                             sacrificio.












                                                                                      √ Processione del culto isiaco, II sec. d.C.
                                                                                      [Musei Vaticani, Roma]
                                                                                      Iside, dea egizia, era venerata come simbolo di sposa e di madre,
                                                                                      guida dei defunti e protettrice dei naviganti. Il suo culto si diffuse in
                                                                                      particolar modo in epoca ellenistica e in epoca romana in tutto il
                                                                                      bacino del Mediterraneo. Spesso assimilata a divinità femminili
                                                                                      locali, Iside assunse attributi molteplici; il suo culto, prima
                                                                                      ostacolato, poi ammesso a Roma da Caligola, dilagò in tutto
                                                                                      l’impero, dove le furono dedicati numerosi templi.

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