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                                             Modulo 5
                                             L’impero romano



                 SCIENZA                     I maestri degli archi e delle volte
                 E TECNICA

                      ’ edilizia romana dell’età imperiale  informazioni fornite dai bolli, i marchi di  questa tecnica una padronanza assoluta, che
                 L si avvalse di tecniche nuove che   fabbrica impressi dalle varie officine. Ai  consentì di realizzare edifici di forme e di di-
                 consentirono di realizzare alcuni tra i più  bolli più antichi, contenenti soltanto il no-  mensioni nuove, al punto che essa può esse-
                 grandi capolavori della storia dell’architet-  me del proprietario dell’officina, seguirono  re considerata a buon diritto tipica dell’ar-
                 tura: basterà ricordare, fra i tanti, la Domus  bolli più complessi, contenenti varie indi-  chitettura romana.
                 aurea, il Pantheon, il Colosseo, Villa Adria-  cazioni (non tutte presenti sullo stesso bol-  L’arco è una struttura curva che copre un
                 na a Tivoli, il Foro e i Mercati di Traiano, i  lo): il nome del proprietario della cava d’ar-  vuoto (detto «luce») poggiando su sostegni
                 Palazzi imperiali sul Palatino, le Terme di  gilla, il nome dell’operaio che li aveva fab-  verticali (detti «piedritti») alle due estre-
                 Caracalla, la Basilica di Massenzio, le Mura  bricati, il nome del mercante che ne aveva  mità. Un arco ben costruito, distribuendo
                 aureliane. Quasi tutti questi monumenti ci  curato la vendita, il nome dell’edificio cui  progressivamente le spinte in senso obliquo,
                 appaiono oggi con i loro tipici rivestimenti  erano destinati, talvolta addirittura la data  riesce a scaricare il peso e la pressione dei
                 di mattoni cotti in fornace. I mattoni erano  precisa. Per dare l’idea dell’importanza di  materiali sugli elementi di sostegno laterali.
                 il rivestimento dei conglomerati in cemen-  questi documenti, basterà ricordare il caso  La volta, basata sullo stesso principio del-
                 to, che costituivano la struttura dell’edifi-  del Pantheon. Questo monumento è stato a  l’arco, è la copertura ricurva di un edificio o
                 cio. A loro volta, essi erano spesso ricoper-  lungo ritenuto, come indica l’iscrizione po-  di un ambiente. La diretta conseguenza del
                 ti da stucchi e da marmi, che con il tempo e  sta sulla facciata, opera di Marco Vipsanio  principio dell’arco è la possibilità di coprire
                 le spogliazioni sono andati quasi tutti per-  Agrippa, il braccio destro di Augusto. L’e-  luci sempre più ampie, e di creare quindi,
                 duti.                                same dei bolli impressi sui mattoni ha inve-  con la volta, la copertura di spazi molto
                 L’uso dei mattoni comincia a dilagare nel-  ce dimostrato con certezza che l’edificio  grandi, che non poteva essere affrontata con
                 l’architettura romana a partire dal I secolo  giunto fino a noi non è quello eretto da  il sistema ad architrave.
                 d.C., con la scoperta dei loro numerosi van-  Agrippa, ma una ricostruzione risalente al-  Le grandi volte delle Terme di Caracalla o la
                 taggi. I mattoni avevano costi di produzione  l’imperatore Adriano.        cupola del Pantheon (impostata a 22 m di al-
                 bassi perché venivano fabbricati in serie se-  I Romani furono grandi maestri nell’uso del  tezza, con oltre 43 m di diametro) facevano
                 condo moduli standard; la loro posa in ope-  calcestruzzo, e calcestruzzo e mattoni erano  sui visitatori lo stesso effetto dei primi grat-
                 ra, effettuata disponendo strati di malta tra  i materiali ideali per esaltare la tecnica del-  tacieli americani: apparivano come un pro-
                 una fila di mattoni e l’altra, non richiedeva  l’arco e della volta. Archi e volte ricorrono  digio insuperabile della tecnica. E in effetti,
                 una particolare maestria e poteva essere ese-  nell’architettura del Vicino Oriente, della  le loro dimensioni sarebbero rimaste insu-
                 guita da operai comuni; erano facilmente  Grecia e dell’Etruria, ma i Romani ebbero di  perate per moltissimi secoli.
                 trasportabili e resistenti all’effetto degli
                 agenti atmosferici; inoltre erano leggeri, e
                 questo consentiva di costruire edifici più al-
                 ti e più grandi.
                 I singoli mattoni sono anche un documen-
                 to importante per lo storico, grazie alle







                                         ® Il Colosseo
                         [disegno ricostruttivo di D. Spedaliere]
                 Nel 72 d.C. l’imperatore Vespasiano intraprese la
                      costruzione dell’anfiteatro flavio (chiamato
                      Colosseo per via di una colossale statua di
                      Nerone che si trovava nelle sue vicinanze),
                       destinato a ospitare i combattimenti fra i
                  gladiatori. La complessa struttura era composta
                     dalle gradinate, dedicate al pubblico, da un
                 recinto sotterraneo, con le stanze dei gladiatori e
                 i recinti per le belve e da una arena, ossia la zona
                 centrale dove si svolgevano i combattimenti. Una
                      serie di particolari elementi completava la
                    costruzione e la rendeva più agevole, come il
                        velarium, ossia un enorme tendone che
                            proteggeva gli spettatori dal sole.



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