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Unità 17
Augusto e la nascita
del principato
Due tradizioni ostili Più di qualsiasi altro imperatore romano e come pochissimi altri
personaggi della storia universale, Nerone è stato visto come il simbolo stesso del potere
quando diventa mostruoso, incontenibile, perverso. Questa pessima fama si deve alla
convergenza di due tradizioni ostili: la storiografia senatoria, avversa a lui come agli altri
successori di Augusto; la tradizione cristiana, che vide in lui il primo grande persecutore
della nuova religione.
Non si può certo negare che la personalità di Nerone fosse caratterizzata da inquietanti
segni di squilibrio, che lo portarono a una crudele tirannide. Uomo dal carattere fragile,
che riversò la propria sensibilità nell’amore infantile e travolgente per la poesia e per l’ar-
te, Nerone fu devastato dal rapporto morboso con la madre, culminato nel matricidio, e
dall’esercizio di un potere enorme, ottenuto da ragazzo nel clima fosco e insidioso delle
trame di corte.
La politica di Nerone Riconoscere gli aspetti dispotici dell’impero di Nerone non de-
ve tuttavia impedirci di valutare in modo equilibrato la sua complessa attività di governo.
A Nerone si deve una riforma monetaria che migliorò il potere d’acquisto dei ceti più potere d’acquisto
bassi e che ispirò per tre secoli la politica monetaria dell’impero romano. Nerone riorga- È il valore di scambio della moneta,
cioè la quantità di merci o beni che
nizzò, inoltre, efficacemente l’approvvigionamento della capitale, con ampi benefici per si può ricavare dalla sua cessione.
la popolazione che lo ricambiò con grande fervore.
Non va nemmeno dimenticata la sua politica edilizia. Dopo l’incendio, l’imperatore fece
costruire a Roma molti edifici pubblici e restaurare quelli danneggiati. Ma ebbe soprat-
tutto cura di scongiurare il ripetersi di simili catastrofi: stabilì norme che prevedevano
l’uso di materiali refrattari al fuoco, i criteri di costruzione, la distanza di sicurezza tra un
edificio e l’altro.
In politica estera, il più brillante risultato raggiunto da Nerone riguardò i rapporti con il
regno partico. I contrasti tra Romani e Parti si erano riaccesi per il possesso dell’Arme-
nia, una regione chiave per il controllo delle vie di comunicazione che conducevano al- LINK p.428
l’Asia centrale e lungo le quali viaggiavano merci pregiate come le spezie e la seta. La guer- Gli storici e gli imperatori
ra, condotta in modo geniale dal generale Corbulone, finì senza vincitori né vinti, ma Ro-
ma ne uscì con un prestigio rafforzato perché ottenne dal re dei Parti il riconoscimento
della sua sovranità sull’Armenia.
La fine della dinastia giulio-claudia Nel 67 d.C. Nerone intraprese un lungo viaggio in GUIDAALLOSTUDIO
Grecia, patria di tutte le arti. Si esibì ovunque, riscuotendo successi e ottenendo premi. Du- 1. In che relazione erano fra loro
rante la sua assenza gli oppositori, sempre più numerosi, organizzarono trame per abbat- Nerone, Seneca e Agrippina?
2. Come terminò la congiura dei
terlo. Malgrado fosse stato ripetutamente avvisato di quanto si andava complottando, l’im- Pisoni?
peratore si trattenne a lungo lontano dalla capitale. Egli pensò che il consenso popolare fos- 3. Che cos’è e dove si trova la
Domus aurea?
se sufficiente a garantire la stabilità del suo potere e sottovalutò l’enorme importanza dei 4. Quale fu la causa dell’incendio di
rapporti con gli ambienti di corte, con la propria famiglia, con i pretoriani, con il senato. Roma nel 64 d.C.?
5. A chi si deve il ritratto negativo?
Nerone rientrò a Roma quando ormai era troppo tardi. Alla ribellione delle legioni di al- 6. Sottolinea sul testo le riforme
cune province fece seguito la defezione delle guardie pretoriane, mentre il senato si af- economiche e sociali introdotte da
Nerone.
frettava a dichiararlo «nemico pubblico». Solo e indifeso, Nerone si rifugiò nella casa di 7. Come si concluse la guerra contro
un liberto, dove si tagliò la gola prima di essere catturato. i Parti?
6. La dinastia flavia
Quattro imperatori Dopo la caduta di Nerone l’impero precipitò nel caos. Ogni grup-
po di potere espresse un proprio imperatore e tra il 68 e il 69 d.C. si ebbero ben quattro
prìncipi, designati rispettivamente dal senato (Galba), dai pretoriani (Otone), dalle le-
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