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                                             Modulo 5
                                             L’impero romano



                                             3. La cultura dell’età augustea

                                              Gli intellettuali e il potere I principali temi della politica augustea furono ripresi e dif-
                                             fusi da alcuni grandi esponenti della cultura dell’epoca: si ripercorreva il cammino della
                                             gloriosa storia di Roma e s’individuava il suo culmine nella figura di Augusto; si esalta-
                                             vano i costumi modesti e austeri degli antichi e li si prendeva a modello; si celebrava la
                                             virtù dei grandi personaggi del passato che avevano, con il loro esempio, reso grande la
                                             città. Le quattro doti che furono riconosciute ufficialmente ad Augusto – virtus, clemen-
                                             tia, iustitia, pietas – rivivevano come doti rivelate dall’intero popolo romano nei momen-
                                             ti più fulgidi della sua storia.
                                             Anche in questo campo Augusto manifestò la propria abilità politica. Egli, infatti, non

                              intellettuale  cercò di asservire gli intellettuali al suo volere comprandoli brutalmente o intimorendo-
                   Indica generalmente una persona  li: li legò a sé in un complesso gioco di coinvolgimenti e di amicizie; essi avevano quindi
                  colta, che si dedica attivamente alla  l’impressione di aderire spontaneamente alla politica augustea e finivano per interpretar-
                     letteratura, al pensiero, all’arte.
                                             ne i temi con sincero entusiasmo e con profonda ammirazione. Decisivo in questo senso
                                             fu il ruolo di Mecenate. Nobile, ricco, raffinato, Mecenate fu per molti anni l’amico più
                                             vicino e il collaboratore più stretto di Augusto. Egli diede vita a un vero e proprio circo-
                                             lo letterario – frequentato dai principali intellettuali del tempo – nel quale la discussione
                                             su importanti problemi culturali si univa alla riflessione sui valori della politica augustea.
                                              Livio e Virgilio Il massimo storico di quest’epoca fu Tito Livio che in un’opera mo-
                                             numentale in 142 libri narrò le vicende di Roma dalle origini (Ab Urbe condita, «dalla fon-
                                             dazione della città») fino ai suoi tempi. La straordinaria storia di Roma era il prodotto del
                                             favore divino e delle virtù del suo popolo. La disciplina, la dedizione alla patria, il senso
                                             dell’onore, la frugalità, la pudicizia, la religiosità erano state, per molti secoli, caratteri-
                                             stiche tipiche dei Romani. Esse si erano perdute e corrotte nell’ultimo periodo della sto-
                 GUIDAALLOSTUDIO
                 1. Quali erano le quattro virtù  ria repubblicana, ma l’avvento di Augusto faceva ora sperare in un recupero degli anti-
                 attribuite all’imperatore?  chi valori e in una stabile rifondazione morale della società romana.
                 2. Livio e Virgilio scrissero opere  Il famoso poema di Virgilio, l’Eneide, fu dedicato appunto a Enea, l’eroe che più di ogni al-
                 politiche?
                 3. Che cosa si intende oggi per  tro personificava la virtù del popolo romano, intesa come pazienza, fermezza, eroica ubbi-
                 mecenatismo?                dienza alla volontà divina. Il tema delle origini troiane dei Romani ebbe, grazie all’opera di
                 4. Augusto tollerò l’opposizione?
                                             Virgilio, un’ulteriore diffusione, collegandosi all’esaltazione della stirpe di Augusto: da
                                                                           Enea e dalla dea Venere pretendevano infatti di discen-
                                                                           dere i membri della gens Iulia, nella quale Augusto era
                                                                           stato adottato per volontà del padre adottivo Giulio Ce-
                                                                           sare.
                                                                            Gli oppositori Il principe utilizzò quindi abilmente
                                                                           l’apporto degli uomini di cultura per diffondere e valo-
                                                                           rizzare i motivi ispiratori della sua politica. Quanto al
                                                                           dissenso, egli lo tollerava se era espresso in toni som-
                                                                           messi e cauti. Non lo ammetteva se era manifestato
                                                                           apertamente e aspramente.





                                                                           √ Il ninfeo dei giardini di Mecenate
                                                                           [Roma]
                                                                           Questo piccolo ninfeo, chiamato anche Auditorium, fu fatto edificare da
                                                                           Mecenate nei giardini della sua villa. È probabile che qui il ministro di
                                                                           Augusto ospitasse i suoi amici poeti e letterati per recitare in forma
                                                                           privata le loro opere.

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