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Modulo 5
L’impero romano
®π L’«Ara Pacis», e un
particolare della «Processione
dedicatoria», 13 a.C.
[Roma]
Edificato per celebrare le vittorie di
Augusto in Spagna e nell’area alpina,
l’Ara Pacis (Altare della Pace) è un Questa distribuzione delle cariche, tendenzialmente equilibrata, rivela tuttavia una certa
grande recinto rettangolare in
marmo, al cui interno si trova l’altare preferenza dell’imperatore per l’ordine equestre, del quale egli sembrava evidentemente
vero e proprio. Il lungo fregio che fidarsi di più: ai cavalieri, come abbiamo visto, fu infatti assegnata la prefettura del pre-
ricopre interamente le pareti del
recinto, realizzato in un elegante ed torio, il delicatissimo comando delle guardie del corpo, dal quale dipendeva la vita stes-
equilibrato stile ellenistico, fonde sa del sovrano. Sempre ai cavalieri fu affidato il governo dell’Egitto, la provincia dove,
mito e storia. Sono raffigurati Enea,
Romolo e Remo, la dea Roma e la nell’ultima fase delle guerre civili, si erano addensati i maggiori pericoli per la saldezza
Terra, e infine la processione per il del dominio romano. Questa preferenza per i cavalieri non deve sorprendere: come si ri-
sacrificio inaugurale dell’altare alla
presenza di Augusto e della sua corderà [®16.9], prima di essere adottato da Cesare, Augusto era infatti appartenuto a
famiglia: il nuovo principe, accostato una famiglia di origine equestre.
alla figura eroica di Enea, viene
celebrato come il nuovo fondatore Stabilizzazione dei confini Anche in politica estera Augusto seppe interpretare in mo-
della patria e il garante di un nuovo
equilibrio dopo i tormenti della do mirabile le aspettative del popolo romano. Dopo il lungo periodo delle guerre civili,
guerra. era molto diffusa un’esigenza di pace. Per un impero grande come quello romano, pace
significava soprattutto stabile controllo di confini sterminati, che si prolungavano dal
cuore dell’Europa al Vicino Oriente.
La prima preoccupazione di Augusto fu quella di procedere alla completa sottomissione
della Spagna, dove ancora, pur essendo trascorsi quasi due secoli dalla conquista, per-
manevano irriducibili sacche di resistenza. Iniziata personalmente da Augusto nel 26 a.C.,
la campagna militare fu proseguita dai suoi legati e si concluse nel 19 con un pieno
successo.
Il confine naturale dell’Italia era punteggiato dalla presenza di varie tribù non ancora sot-
tomesse. Così, malgrado gli stretti rapporti esistenti ormai da tempo tra l’Italia e la Gal-
lia Transalpina, l’unica sicura via di comunicazione era quella del Monginevro. Per ga-
rantire la sicurezza delle vallate e dei passi alpini, nonché per entrare in possesso di im-
portanti giacimenti metalliferi che si trovavano in quelle regioni, furono intraprese cam-
pagne militari sistematiche in Val d’Aosta, che portarono alla sottomissione e alla depor-
tazione della bellicosa tribù dei Salassi. Fecero seguito altre brillanti operazioni, condot-
te dai figliastri dell’imperatore, Tiberio e Druso, lungo gli attuali versanti svizzero e au-
striaco delle Alpi.
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