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Modulo 3
Il mondo greco
to contrasto con Sparta. Lo scontro decisi-
® Resti delle mura di Messene
vo avvenne a Leuttra in Beozia, nel 371 a.C.
La poderosa cinta muraria di
Messene (profonda 2 m, e lunga ben L’esercito tebano adottò una tattica nuova
9 km) fu costruita nel cuore del e sorprendente, la cosiddetta falange obli-
Peloponneso dai Messeni, ribelli al
giogo spartano, con l’appoggio di qua: rafforzato sull’ala sinistra (e non,
Tebe intorno al 370 a.C. Nella
strategia del generale tebano com’era consuetudine, sulla destra), lo
Epaminonda questa roccaforte schieramento tebano accerchiò e annientò
avrebbe dovuto tenere Sparta sotto gli opliti spartani. L’impressione in tutta la
costante controllo.
Grecia fu enorme: l’esercito spartano, im-
battuto da secoli, era stato letteralmente
umiliato da nemici di secondo piano, su cui
nessuno avrebbe mai scommesso.
Il dominio di Sparta si sgretolò rapidamen-
te. Aiutati dai Tebani, i Messeni si ribella-
rono e fondarono una comunità indipen-
dente alle pendici del monte Itome, Messe-
ne. Essi uscirono così da uno stato di asser-
vimento che risaliva addirittura all’età ar-
caica della storia greca. Sparta perse un ter-
zo del suo territorio e si ritrovò con un’economia dissestata: gli iloti della Messenia rap-
presentavano infatti, in quanto forza-lavoro servile, una componente fondamentale del si-
stema produttivo e dell’organizzazione sociale spartana [®7.2].
Di fronte alla prorompente avanzata tebana, il panico si diffuse non solo a Sparta, ma an-
che ad Atene. Così le due eterne nemiche decisero di coalizzare quel che restava delle lo-
ro forze per bloccare l’ascesa di Tebe. Nella battaglia di Mantinea (362 a.C.), in Arcadia,
l’esercito di Tebe ottenne un’altra bella vittoria, ma nella mischia perse la vita Epami-
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1. Come cercò di risolvere Sparta il nonda, che era solito combattere in prima fila. Pelopida era morto in battaglia qualche
problema della propria egemonia in tempo prima (nel 364 a.C.). Priva dei suoi capi, dopo appena nove anni di egemonia, Te-
Grecia? be si ripiegò su se stessa: i suoi successi erano stati il frutto di circostanze eccezionali, do-
2. Sottolinea sul testo due frasi-
chiave sulla crisi interna ed esterna di vuti in larga parte alle straordinarie personalità di Pelopida ed Epaminonda. Per ricopri-
Sparta. re a lungo un ruolo di primo piano le mancavano risorse economiche adeguate e soprat-
3. Chi era Epaminonda?
tutto un progetto politico di largo respiro, intorno al quale radunare le altre poleis.
3. Una nuova protagonista: la Macedonia
Greci marginali Ancora una volta le poleis greche si ritrovarono estenuate dopo una
guerra inconcludente. La svolta si verificò con l’intromissione, negli affari greci, della Ma-
cedonia, un regno che fino a quel momento era rimasto ai margini della grecità. Questo
regno occupava una vasta regione situata ai limiti del mondo greco. Era popolato da gen-
ti di origine diversa, alcune greche, altre discendenti da gruppi pre-ellenici. La sua coe-
sione si fondava sull’autorità della dinastia degli Argèadi, originari di Argo. Grazie a que-
sto titolo i re macedoni, in quanto greci, erano ammessi alle gare olimpiche. La corte era
insediata nella città di Pella.
La Macedonia era infatti un paese in gran parte montagnoso: lo stesso nome Makedònesvo-
leva dire infatti «abitanti dei luoghi alti, montanari». L’economia era a base prevalente-
mente agricola e pastorale. Il legname delle sue ampie foreste veniva esportato soprattutto
per soddisfare le grandi esigenze della flotta ateniese.
La svolta di Filippo II L’acquisizione delle miniere d’oro della Tracia, diede al sovrano
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