Page 249 - Profili di Storia
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                                             Modulo 3
                                             Il mondo greco


                                                                                 del filosofo [® La filosofia, p. 232]. Socrate tra-
                  ® Busto di Socrate, IV sec. a.C.
                         [Museo del Louvre, Parigi]                               smetteva liberamente il suo insegnamento a gio-
                                                                                   vani che lo seguivano con grande entusiasmo.
                                                                                    La sua vera professione, egli diceva, era la
                                                                                     maieutica, vale a dire la tecnica di far nasce-
                                                                                     re i bambini, il mestiere delle levatrici: come
                                                                                      queste ultime facevano partorire i corpi, co-
                                                                                      sì egli faceva partorire le menti, rivelando
                                                                                      verità semplici e ignote. Il suo metodo con-
                                                                                    sisteva nella domanda apparentemente inge-
                                                                                    nua che faceva emergere le contraddizioni de-
                                                                                    gli interlocutori e li obbligava a riconoscere la
                                                                                    verità. I contenuti del suo insegnamento si ba-
                                                                                   savano sulla valorizzazione dell’individuo co-
                                                                                   me essere capace di trovare da solo la legge
                                                                                  morale cui ispirare la propria condotta, indi-
                                                                                    pendentemente dalle tradizioni e dai valori
                                                                                      religiosi trasmessi dagli antichi. Socrate non
                                                                                      invitava certo i giovani a disobbedire alle
                                                                                      leggi e il suo non era un messaggio dirom-
                                                                                      pente: egli stesso aveva dato prova di essere
                                                                                      un buon cittadino combattendo valorosa-
                                             mente nell’esercito ateniese. I suoi insegnamenti erano altamente morali: la ricerca del be-
                                             ne, il rifiuto dell’ingiustizia, la condanna delle ricchezze e dell’avidità. Egli però rivendi-
                                             cava la priorità dei doveri verso la propria anima rispetto a quelli verso la collettività; inol-
                                             tre non partecipava alla vita politica ateniese. In un’Atene provata dalla sconfitta e timo-
                 GUIDAALLOSTUDIO
                                             rosa del futuro, questo insegnamento apparve sovversivo, un vero e proprio attacco alla
                 1. Quali erano i limiti del sistema
                 delle poleis?               stabilità degli ordinamenti e ai più intoccabili valori morali. Alcuni cittadini portarono
                 2. I sofisti si occupavano di politica?
                 3. Sottolinea sul testo     Socrate in giudizio accusandolo di essere un corruttore dei giovani e un ribelle. Condan-
                 un’espressione che sintetizzi il  nato a morte, il filosofo respinse un’occasione di fuga procuratagli dagli amici e affrontò
                 pensiero di Socrate.
                                             serenamente il suo destino.



                                             2. Il declino di Sparta e l’egemonia di Tebe
                                              Inadeguatezza spartana La situazione dei vincitori della guerra del Peloponneso non
                                             era certo migliore. Sparta era palesemente incapace di ricoprire con autorevolezza il ruo-
                                             lo di città-guida del mondo greco. I suoi ordinamenti politici erano rimasti immobili:
                                             ottimi per il dominio di un territorio ristretto, non erano in grado di sostenere le ambi-
                                             zioni di una grande potenza. Inoltre, il numero ristretto dei cittadini e l’opacità del di-
                                             battito politico non erano adeguati alla gestione di relazioni internazionali complesse e
                                             difficili.
                                             Per giunta, la società spartana andava rapidamente perdendo quelle caratteristiche di au-
                                             sterità e di rigore sulle quali si era tradizionalmente fondata la compattezza e la solida-
                                             rietà dei cittadini: i bottini di guerra e i tributi versati dalle poleis sottomesse fecero af-
                                             fluire nella città ricchezze notevoli, che propagarono il lusso e la corruzione. In seno al
                                             gruppo teoricamente omogeneo dei cittadini di pieno diritto – gli spartiati – si crearono
                                             forti squilibri, ingiustizie, rivalità. La società spartana si sfaldava.
                                             Di fronte alla crescente irrequietezza di alcune importanti poleis – da Tebe ad Argo, a Co-

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