Page 41 - Storia dell'inquisizione spagnola
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nel corso di un autodafé un condannato al rogo cade ai piedi
dell’inquisitore proclamando il proprio pentimento e la
propria conversione. E il giudice lo rialza teatralmente
davanti al popolo radunato, lo grazia in extremis e lo
rimanda nella sua cella, dove lo si terrà in osservazione per
qualche settimana prima di procedere alla riconciliazione.
Pubblicità, certo, poiché l’effetto sulla folla è grandissimo.
Ciò nonostante, un metodo rigorosamente proibito dal
regolamento .
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Abbastanza presto dunque il Santo Uffizio esita ad
uccidere. Nella maggioranza dei casi gravi la pena normale è
la riconciliazione seguita dalla confisca dei beni,
quest’ultima d’altronde non sempre applicata in pratica, e il
carcere a vita. Ma attenzione, nel linguaggio inquisitoriale, a
vita significa al massimo quattro anni...
Non pensiamo ai tribunali inquisitoriali dei secoli XVI e
XVII come a dei modelli di mitezza. Ma è assurdo estendere
ad essi le descrizioni terrificanti che si possono fare per il
periodo iniziale dell’istituzione. Ancora una volta, tutto
dipende dai luoghi, dalle date e dalle circostanze. I capitoli
che seguono ce ne daranno più di una volta la dimostrazione.