Page 189 - Per la difesa dello Spiritismo
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aderente al volto stesso; quindi la introdussi sotto il di lei capo. Solo
allora apersi la mano, lasciando cadere la ghianda. Ritirai la mano,
aggiustai nuovamente i fiori e le coperte; apersi la porta e feci entrare
gli operai, che saldarono la bara di zinco, la introdussero nell’altra di
quercia, e ne chiusero ed avvitarono il coperchio. Durante tale
operazione io mi trattenni a sorvegliare, onde non fossero toccati i
fiori, o disturbata la salma di mia madre in menoma guisa. Ero
pertanto certo che nessun vivente, all’infuori di me, poteva essere
informato su quanto avevo deposto sotto il capo della madre mia.
Quanto a me, ero ben fermo nel proposito di conservare
scrupolosamente il segreto al riguardo.
- Sabato, 12 luglio 1913. - Oggi mia moglie stava dinanzi allo
specchio, nella camera in cui era morta la madre mia, intenta ad
aggiustarsi un fermaglio, allorché vide riflettersi nello specchio un
oggetto strano deposto sul letto di mia madre. L’oggetto osservato di
riflesso parve a mia moglie un pezzo di stoffa colorata; ma quando si
voltò, si avvide con un certo stupore che si trattava di una sorta di
uovo allungato di color bruno-chiaro, il quale risaltava fortemente
sulla coltre bianca. Essa portò la mano avanti per toccarlo, ma
l’oggetto si sottrasse al contatto, scivolando rapidamente sull’orlo del
letto, dove si dissipò. Mia moglie corse immediatamente a
raccontarmi l’occorso. A nessuno sfuggirà la somiglianza esatta, in
forma e colore, tra una ghianda disseccata estratta dalla sua
coppa, e un uovo di color bruno-chiaro. Scrissi immediatamente
una relazione accurata dell’evento, ma mi guardai bene dal rivelare il
mio segreto intorno a quanto avevo deposto sotto il capo della madre
mia.
- Maggio 2, 1914. - Mi trovavo nel giardino, quando vidi mia
moglie venirmi incontro in istato di grande eccitazione. Essa
m’informò che aveva visto il fantasma della madre mia, il quale
saliva lentamente la scala interna. Era vestita di nero, e saliva la scala
appoggiandosi pesantemente ed alternativamente su ciascun piede,
dondolando il busto, come fanno i vecchi indeboliti, e come faceva
mia madre negli ultimi mesi di vita.
Rientrai subito con mia moglie e sedemmo al tavolo
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