Page 185 - Per la difesa dello Spiritismo
P. 185

Polifemo (Dionisio), gli rubò l’affetto della ninfa Galatea, della quale
          il ciclope era innamorato».
                 Ecco finalmente raggiunta la letteraria unità che da tanto
          tempo   si  cercava,   la   quale   consisteva   nel   combinare   insieme   le
          diverse parti dell’indovinello classico ideato e trasmesso ai viventi
          dai defunti professori Verrall e Butcher. I temi dell’indovinello si
          contenevano per intero nel ditirambo del «Ciclope» di Filosseno.
          Dionisio  e  l’«orecchio  di  Dionisio» (cioè  la  caverna-prigione  di
          Siracusa; Ulisse e Polifemo (il ciclope); Acis e Galatea (l’amante);
          Gelosia (che Filosseno destò nel tiranno col rapirgli l’amante), e la
          Satira  (da   lui   scritta   in   prigione   per   vendicarsi   di   Dionisio).
          Ciascuno dei temi trasmessi ritrova il suo posto nel poemetto di
          Filosseno, compreso il tema della  musica, la quale formava parte
          integrante nella dizione dei ditirambi.
                 Rimaneva da rintracciare il passaggio di Aristotele, il quale
          avrebbe dovuto combinarsi al tutto. Ora si rinvennero nella «Poetica»
          di Aristotile due passaggi i quali si adattavano entrambi al caso;
          nell’uno dei quali si parlava della poesia ditirambica in generale, e
          nell’altro in guisa particolare, e si citava il «Ciclope» di Filosseno
          come un saggio di poema satirico.
                 Questo   il   riassunto   dell’interessantissimo   caso   di
          «corrispondenza incrociata» ideata nell’Al di là da due eminenti
          psichicisti   defunti,   al   fine   di   provare   sulla   base   dei   fatti   la
          sopravvivenza della loro memoria terrena, e in conseguenza, la loro
          sopravvivenza personale, superando la formidabile obbiezione della
          telepatia   fra   viventi.   E   per   raggiungere   lo   scopo,   nulla   venne
          trascurato; da ciò i meandri intricatissimi dei periodi oracolari, in cui
          gli spiriti comunicanti avvolsero il loro pensiero al fine di dissipare
          ogni dubbio circa la possibilità d’interferenze telepatiche tra viventi
          nell’esperimento ideato.
                 Notevole altresì la circostanza delle personalità comunicanti
          le   quali   seguono  con  vivo  interessamento,   quasi  con  ansietà,   la
          graduale comprensione dell’indovinello classico trasmesso; per cui,
          di tratto in tratto, si leggono nei messaggi domande come queste: «La
          satira a cui si alluse è stata identificata?». Oppure: «Badate al filo


                                         185
   180   181   182   183   184   185   186   187   188   189   190