Page 79 - Un fisico in salotto
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Le guerre


          C’è un’altra cosa che mi ha stupito molto, dando un’occhiata al libro di storia che
          aveva mia figlia al liceo, anche se si tratta di una cosa poco divertente.
             In  un  capitolo  si  parlava  infatti  della  Seconda  guerra  mondiale  e  delle
          devastazioni che l’avevano accompagnata.
             In un apposito riquadro compariva, nazione per nazione, il sacrificio umano che

          era  costato  a  vincitori  e  vinti.  Cifre  impressionanti  di  morti:  ragazzi,  dall’una  e
          dall’altra parte, che avrebbero certamente desiderato un futuro accanto ai loro cari
          piuttosto che andare a farsi massacrare al fronte.
             Alcuni paesi, come la Germania o l’Unione Sovietica, avevano perduto milioni di
          persone.  Altri  paesi  avevano  pianto  invece  poche  vittime  ma  soltanto  perché  si
          trattava  di  paesi  piccoli  oppure  perché  avevano  partecipato  al  conflitto
          marginalmente,  come  per  esempio  il  Brasile.  Ebbene,  in  sintesi,  omettendo  altre

          nazioni, il riquadro appariva più o meno così:


            Nazione                Numero di vittime

           Germania               5.500.000
           Unione Sovietica   10.400.000

           ..................     ..................
           ..................     ..................

           Brasile                493
           Totale vittime         15.900.493


             L’ultimo numero, che esprime il totale delle vittime, non ha alcun senso logico e,

          diciamo pure, è ridicolo; anche se c’è poco da ridere sui morti della guerra.
             Infatti, le stime delle vittime tedesche e russe sono evidentemente approssimative
          mentre  la  stima  delle  vittime  brasiliane  è  estremamente  precisa.  Non  ha  senso
          sommare questi dati. È un po’ come dire: «Ho visto un corteo passare sotto casa mia:
          saranno  state  un  migliaio  di  persone.  Poi,  a  seguire,  sono  passati  altri  tre

          manifestanti. In tutto ho visto passare 1.003 persone».
             Che  senso  avrebbe  un’affermazione  del  genere?  Eppure,  teniamo  presente  che
          affermazioni del genere sono molto comuni: compaiono perfino in un libro di storia
          su cui studiano i nostri figli (e magari dove abbiamo studiato anche noi).
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