Page 153 - Un fisico in salotto
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E se vogliamo osservare un elettrone?


          Torniamo  a  parlare  di  bocce  lasciando  stavolta  che  con  quella  da  bowling  ci
          giochino i nostri amici. Che succede se la boccia con la quale abbiamo a che fare è
          molto più piccola? Non limitiamoci a una pallina con la quale abbiamo giocato da
          bambini; consideriamo una pallina molto, molto più piccola ancora: un elettrone.
             Abbiamo di fatto a che fare con gli elettroni in ogni momento della giornata, anche

          se non li vediamo e non ce ne preoccupiamo: gli elettroni sono infatti le minuscole
          particelle  che  scorrono  nei  fili  elettrici  di  casa  per  l’illuminazione,  per  far
          funzionare gli elettrodomestici e per far girare il famigerato contatore della luce! Gli
          elettroni sono poi quelli che, lanciati proprio come una boccia da bowling nel tubo
          catodico, ‘disegnano’ le immagini sullo schermo del nostro televisore.
             Potremmo dunque pensare di osservare proprio gli elettroni nel tubo catodico per
          vedere che traiettoria descrivono nel loro breve viaggio all’interno del televisore.

             Tra l’altro, in un tubo catodico gli elettroni viaggiano a velocità dell’ordine di
          trenta  o  quarantamila  chilometri al  secondo.  Velocità  assolutamente  confrontabili
          (anche se inferiori, naturalmente) con la velocità della luce. Nella progettazione di
          un televisore occorre dunque tenere conto degli effetti previsti da Einstein. Ecco che
          abbiamo la Teoria della Relatività anche tra le pareti di casa!
             Come per la boccia da bowling, per osservare un elettrone dovremmo quantomeno

          ‘illuminare il campo’, per così dire.
             Stavolta l’oggetto che vogliamo osservare è piccolissimo. Una boccia da bowling
          pesa  parecchi  chili,  ma  un  elettrone  pesa  una  frazione  infinitesimale  di  grammo.
          Quanto? Il peso è più o meno questo: 0,0000000000000000000000000091 grammi.
          Spero di non essermi sbagliato a digitare tutti questi zeri sul mio computer, mentre
          sto scrivendo! Del resto, uno zero in più o uno in meno farebbe differenza?
             E  allora  a  questo  punto  si  può  forse  intravvedere  a  quali  problemi  andiamo

          incontro se vogliamo osservare la traiettoria di un elettrone.
             Illuminare un qualsiasi oggetto significa di fatto investirlo con una grande quantità
          di fotoni.
             Quando ero studente di fisica, una mia amica mi chiese una volta: «I fotoni sono le
          molecole della luce?» Le dissi di sì, anche se sapevo che la mia risposta non era

          proprio  del  tutto  rigorosa.  Ma,  in  effetti,  diciamo  pure  che  questa  risposta  è
          accettabile.
             Come spesso accade, noi non possiamo rendercene conto direttamente; ma quando
          un oggetto è illuminato dal Sole o da una lampadina elettrica, sappiamo che esso è
          sottoposto  a  una  vera  e  propria  ‘pioggia’  di  fotoni  che  rimbalzando  sull’oggetto
          stesso raggiungono il nostro occhio e determinano quella che è dunque la visione di
          quell’oggetto.
             Ci sembra che la luce fluisca con continuità, un po’ come l’acqua di un fiume che è

          una quantità apparentemente omogenea. Ma sappiamo che la pala di un mulino è di
          fatto investita da una miriade di molecole, una distinta dall’altra che, urtando la pala,
          ne  producono  la  rotazione.  E,  come  l’acqua  fluisce  molecola  per  molecola,
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