Page 156 - Un fisico in salotto
P. 156

radiofonico, sapreste stabilire dov’è la stazione che lo trasmette? Anche disponendo

          di  un  ricevitore  che  ha  un’antenna  direzionale,  si  può  stabilire  solo
          approssimativamente da dove proviene la trasmissione.
             Le  cose  vanno  meglio  con  la  televisione,  che  utilizza  frequenze  più  elevate.
          Dobbiamo  orientare  con  cura  l’antenna  parabolica  che  abbiamo  installato  sul
          balcone,  ma  anche  in  questo  caso  ci  possiamo  permettere  di  ruotare  un  poco
          l’antenna e tutto andrà ugualmente bene: l’antenna non ci permetterà di stabilire con

          precisione dove si trova, nel cielo, il satellite che trasmette.
             D’altra parte anche il nostro vicino di casa ha la parabolica sul balcone a fianco.
          Vediamo che la sua antenna non punta esattamente nella stessa direzione della nostra,
          ma il vicino è ugualmente soddisfatto.
             Le cose si mettono al meglio solo se la ‘trasmissione’ che ci interessa è dovuta
          alla luce  visibile.  Lo  spettacolo  che  ci  interessa  non  è  la  partita  di  calcio:  è  il
          pianeta  Venere  che  brilla  nel  cielo  della  sera.  Allora  possiamo  stabilire  con

          certezza: ‘Venere è laggiù’!
             Cosa ci insegnano queste considerazioni? Semplicemente che se utilizziamo luce
          di alta frequenza, come la luce visibile, la determinazione di una posizione è molto
          accurata.
             Viceversa,  a  mano  a  mano  che  intervengono  radiazioni  di  frequenza  via  via
          decrescente, come quelle delle trasmissioni televisive o radiofoniche, siamo sempre

          più incerti sulla posizione: non sappiamo dire da dove è giunta quella radiazione.


          Ebbene, siamo giunti alla conclusione delle nostre considerazioni. Riassumiamo?
             Se vogliamo localizzare un elettrone con molta precisione, dobbiamo colpirlo con
          fotoni di alta frequenza, che ci permettono appunto di avere poca incertezza sulla
          direzione di provenienza della luce che, dopo averlo illuminato, tornerà fino a noi.
          Ma questi fotoni, dotati di alta energia, perturberanno l’elettrone modificandone in
          notevole misura la velocità.
             D’altra  parte  se  volessimo  ridurre  questa  perturbazione,  saremmo  costretti  a

          utilizzare fotoni di bassa frequenza cioè di piccola energia. L’urto di questi fotoni
          cambierebbe  di  poco  la  velocità  dell’elettrone,  ma  contemporaneamente  ci
          fornirebbe  indicazioni  molto  approssimative  sulla  direzione  di  provenienza  della
          luce ‘rimbalzata’ sull’elettrone.
             In pratica, è dunque impossibile poter conoscere con precisione tanto la posizione
          quanto la velocità di un elettrone.

             In altri termini, se si vuole conoscere con una certa precisione la posizione si deve
          rinunciare ad avere una valutazione altrettanto accurata della velocità e viceversa.
             Le  conclusioni  che  abbiamo  appena  tratto  dalle  nostre  considerazioni  sono  il
          contenuto di uno dei principi fondamentali della meccanica quantistica, conosciuto
          c o me Principio  di  indeterminazione,  formulato  dal  fisico  tedesco  Werner
          Heisenberg (1901-1976) nel 1927.
             La  validità  di  questo  principio  (la  verifica  del  quale  è  di  ‘ordinaria
   151   152   153   154   155   156   157   158   159   160   161