Page 154 - Un fisico in salotto
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altrettanto la luce fluisce fotone per fotone.

             Cosa  possiamo  fare  allora  per  ridurre  la  perturbazione  che  un  raggio  luminoso
          produce cadendo su un qualsiasi oggetto?
             Una prima possibilità è ovviamente quella di ridurre proprio il numero di fotoni
          che lo colpiscono. Questo si può fare semplicemente ‘abbassando’ la luce. Nel caso
          della  boccia  da  bowling  basterebbe  illuminare  un  po’  meno  la  pista;  ma  non
          esageriamo! Anche un numero enorme di fotoni non ha di fatto alcuna influenza e non

          riesce ad alterare apprezzabilmente la velocità della boccia che fila verso i birilli.
             Ma  per  un  elettrone,  come  la  mettiamo?  L’elettrone  è  una  particella  talmente
          leggera che anche l’urto di un singolo fotone è sufficiente a farlo ‘schizzare via’, per
          così  dire.  E  allora  cosa  possiamo  concludere?  Siamo  di  fronte  a  una  delle
          circostanze più importanti previste dalla meccanica quantistica: per una particella
          piccolissima,  come  un  elettrone,  il  concetto  di traiettoria  non  ha  più  senso.
          Cerchiamo di chiarire ulteriormente la questione, perché stiamo discutendo una delle

          più importanti conquiste del pensiero scientifico.
             Se lasciamo l’elettrone libero di propagarsi, esso andrà sicuramente per la sua
          strada urtando infine lo schermo fluorescente del televisore, contribuendo così alla
          formazione delle immagini che vedremo. Ma se cerchiamo di stabilire qual è questa
          strada, ci accorgiamo di non poterlo fare.
             Possiamo  infatti  colpire  l’elettrone,  di  volta  in  volta,  con  un  fotone  e  vedere

          dunque dove si trova l’elettrone, istante per istante. Ma che senso avrebbe dichiarare
          c he quella  è  la  strada  che  l’elettrone  avrebbe  percorso  se non  lo  avessimo
          osservato?
             Fatte le dovute proporzioni, è come se pretendessimo di stabilire che percorso fa
          la  boccia  da  bowling  urtandola,  mentre  rotola,  con  altre  bocce  più  o  meno  dello
          stesso  peso,  annotando  dove  avviene  l’urto.  Ma  così  facendo  faremmo  deviare
          continuamente la boccia da quella che sarebbe la sua ‘vera’ traiettoria.

             Il concetto di traiettoria è dunque assolutamente privo di senso, quando si scruta il
          mondo che abbiamo chiamato ‘dell’infinitamente piccolo’.
             D’altra parte a mano a mano che consideriamo oggetti via via più grandi di un
          elettrone,  ecco  che  le  perturbazioni  al  moto  che  inevitabilmente  introduciamo
          osservando l’oggetto diventano progressivamente meno rilevanti e così il concetto di

          traiettoria  torna  a  essere  perfettamente  definito,  secondo  quello  che  ci  insegna  la
          meccanica classica.
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