Page 160 - Un fisico in salotto
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Rilevanza delle interazioni fondamentali


          Esistono  dunque quattro  interazioni  fondamentali.  Di  queste,  come  abbiamo  visto
          prima, le interazioni gravitazionali e quelle elettromangnetiche sono responsabili dei
          fenomeni che possiamo facilmente osservare nella vita di tutti i giorni; le altre due
          interazioni,  quella  forte  e  quella  debole,  non  sono  rilevanti  nella  spiegazione  dei
          fenomeni macroscopici e intervengono soltanto nei fenomeni che hanno origine nel

          nucleo degli atomi. Il motivo di questa differenza sta nel diverso raggio di azione di
          queste interazioni.
             Cosa  si  intende  per  raggio  di  azione?  Semplicemente  si  intende  l’ordine  di
          grandezza della distanza oltre la quale i corpi sono troppo lontani per risentire l’uno
          della presenza dell’altro attraverso l’interazione in questione.
             Esaminiamo dapprima le interazioni gravitazionali e quelle elettromagnetiche.
             In entrambi i casi, gli effetti dell’interazione si affievoliscono all’aumentare della

          distanza  con  il quadrato  di  tale  distanza.  Lo  abbiamo  discusso  per  l’interazione
          gravitazionale, ma ciò è vero anche per l’interazione elettromagnetica.
             Forse qualcuno di voi ricorda infatti la famosa Legge elettrostatica di Coulomb,
          per averla studiata al liceo: essa ci dice che la forza tra due corpi carichi decresce
          con il quadrato della distanza. La differenza rispetto alla Legge di gravitazione è che
          tale forza può essere repulsiva o attrattiva a seconda che i corpi carichi possiedano

          cariche  dello  stesso  segno  o  di  segno  opposto;  mentre  la  forza  gravitazionale  è
          sempre attrattiva .
             Tuttavia  un  tale  decremento  non  è  sufficiente  a  impedire  la  manifestazione  di
          queste  interazioni  anche  a  grandissime  distanze:  effettivamente  constatiamo  che  i
          corpi  celesti  risentono  dell’attrazione  degli  altri  corpi  a  distanza  di  miliardi  di
          chilometri,  come  avviene  per  esempio  nell’ambito  del  nostro  sistema  solare.  Non
          solo: l’attrazione gravitazionale ‘tiene insieme’ una galassia, per la quale le distanze

          in gioco sono addirittura dell’ordine di decine di migliaia di anni-luce e anche più.
             Possiamo dunque concludere che due corpi non sono mai abbastanza distanti da
          non risentire della reciproca attrazione gravitazionale. In questo senso, diciamo che
          l’interazione gravitazionale ha un raggio di azione infinitamente grande.
             Altrettanto possiamo dire dell’interazione elettromagnetica, attraverso la quale è

          infatti  possibile  una  trasmissione  televisiva  da  parte  di  una  sonda  spaziale  che  si
          trova a distanza di centinaia di milioni di chilometri dal nostro pianeta. Del resto non
          riceviamo forse i segnali radio o la luce visibile di stelle che si trovano a milioni o
          miliardi di anni-luce da noi?
             Diversa è la situazione per le interazioni forti e quelle deboli: le forze da esse
          originate decrescono molto più rapidamente all’aumentare della distanza fra i corpi
          interagenti. Per conseguenza, il loro raggio di azione è limitato. A quanto? A pochi
          chilometri, a pochi metri? No! Se i due corpi interagenti sono a distanze dell’ordine

          dei miliardesimi di millimetro sono già lontanissimi... Il raggio di azione di queste
          forze  è  dunque  molto  piccolo:  le  interazioni  forti  o  quelle  deboli  possono  far
          avvertire la loro presenza a distanze, al massimo, dell’ordine delle dimensioni del
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