Page 148 - Un fisico in salotto
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L’osservazione del mondo
Se è vero che il verificarsi di un certo fenomeno modifica noi che lo osserviamo, è
altrettanto vero che noi inevitabilmente modifichiamo il fenomeno che stiamo
osservando. Insomma, osservatore e fenomeno osservato sono un tutt’uno, entrambi
partecipi di quello che accade.
Le brevi frasi precedenti riassumono uno dei fondamenti di tutta la fisica. Ed è
molto interessante discuterne il contenuto.
A un’analisi superficiale, le affermazioni precedenti sembrano essere tuttavia
assolutamente false. Infatti, supponiamo di osservare una stella con il telescopio,
cioè il fenomeno di propagazione della luce che, emessa dalla stella, giunge fino a
noi. Questa osservazione implica certamente una modificazione della nostra persona.
Già, è proprio così: la retina dei nostri occhi reagisce alla stimolazione luminosa,
trasmettendo, attraverso deboli correnti elettriche, quella che infine il cervello
elabora come immagine della stella. Non c’è dubbio.
D’altra parte se fosse vero ciò che abbiamo detto all’inizio, dovremmo concludere
che come noi siamo stati ‘modificati’ dalla stella altrettanto noi dovremmo avere
‘modificato’ la stella. Non sembra una cosa un tantino esagerata?
Ebbene, anche se ciò sembra assurdo, le cose stanno proprio così: il fatto che ci
siamo messi a osservare la stella fa sì che la stella ‘non sia più quella di prima’, per
così dire. Effettivamente non è facile accettare una circostanza del genere, sono
d’accordo con voi; allora riferiamoci a qualcosa di più... casalingo che potrà
chiarirci le idee.
La padrona di casa che ci ospita ha preparato una bella torta: chissà quanto è
buona! Eh sì, deve essere veramente una squisitezza. Ma per rendercene conto, cioè
per ‘osservare’ il suo sapore, dobbiamo per forza assaggiarla! Magari dovremo
‘rubarne’ soltanto una briciola; sta di fatto comunque che, se la assaggiamo, la torta
non sarà più quella di prima!
Facciamo un esempio meno banale: nella progettazione di una sala da concerto
l’ingegnere o l’architetto devono tenere conto del fatto che la musica sarà ascoltata
da un pubblico numeroso. L’acustica della sala è infatti modificata dalla presenza
delle persone.
In altri termini, la presenza degli osservatori (in questo caso sarebbe meglio dire
degli ascoltatori!) con i vestiti eleganti o i cappotti che assorbono il suono, modifica
quella che sarebbe l’acustica senza di loro. D’altra parte se non ci fosse il pubblico
non ci sarebbe nessuno ad ascoltare la musica. Chi potrebbe dire che la Sesta di
Beethoven è stata diretta in modo magistrale?
Ma torniamo al nostro party, per continuare nelle nostre considerazioni.
Qui, nel salotto dove stiamo conversando, ci sono tante lampade accese e stanno
funzionando anche la lavapiatti e il condizionatore. La famiglia che ci ospita sta
consumando una grande quantità di energia elettrica.
Se non ci fosse il contatore della luce, i nostri ospiti non saprebbero quanti
chilowatt stanno consumando per intrattenerci amabilmente in casa loro. Per di più,