Page 13 - Un fisico in salotto
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Le leggi della Natura


          Sono i nostri sensi a metterci in stretto contatto con il mondo che ci circonda e a
          darci la possibilità di contemplare la Natura e la grande quantità di fenomeni che in
          essa  si  manifestano:  dall’alternarsi  del  giorno  e  della  notte  alla  semplice  caduta
          verso il suolo di un oggetto; oppure a quella di un fulmine accompagnato dal tuono, a
          un’eclissi  di  Sole  o  di  Luna,  a  un’alta  marea,  alla  crescita  di  una  pianta,  allo

          svolgersi della vita stessa dell’uomo.
             Gli  antichi  filosofi  chiamavano fisica  la  scienza  della  Natura,  che  dunque
          abbracciava un campo di studio molto ampio.
             Con il passare dei secoli e l’aumentare delle conoscenze, gli studiosi sono stati
          costretti a suddividere la fisica in tante diverse branche: sono nate l’astronomia, la
          biologia, la chimica e così via.
             Volendo definire cos’è la fisica, nell’accezione moderna del termine, potremmo

          dire  che  questo  nome  è  rimasto  a  quella  parte  che  si  interessa  dei  fenomeni
          fondamentali che riguardano tutta la Natura.
             L’uomo ha scoperto che la Natura obbedisce a vere e proprie leggi, cioè regole
          assolute  e  immutabili  che  governano tutti  i  fenomeni;  siano  essi  astronomici,
          biologici, chimici e via dicendo.
             Un esempio può chiarire ciò che intendo dire: tanto una pietra, quanto una pianta o

          un uomo, possono cadere da una certa altezza. Tutti e tre sono soggetti alla forza di
          gravità  e  la  loro  caduta  avviene  secondo  le  stesse  modalità:  non  importa  che  a
          cadere sia un vaso cinese, un ramo o un paracadutista; tutti e tre sono soggetti alla
          stessa  legge,  che  è  la Legge  della  gravitazione  universale,  formulata  dal  grande
          scienziato inglese Isaac Newton (1642-1727).
             Ebbene, la fisica si occupa (ovviamente se ne è in verità occupata in passato; da
          tanto tempo infatti la caduta di un qualsiasi oggetto non presenta più alcun mistero) di

          formulare  in  termini  matematici  proprio  questa  legge  che  li  ‘accomuna’,  per  così
          dire,  e  di  discuterne  le  implicazioni  nelle  più  diverse  circostanze  che  ci  possono
          eventualmente interessare.
             L’esistenza di leggi immutabili ci garantisce che, se un fenomeno è riproducibile,
          esso avviene sempre secondo le stesse modalità e che è anche possibile stabilire in

          anticipo  le  condizioni  per  le  quali  un  certo  fenomeno  si  svolgerà  nel  modo  che
          desideriamo.
             Se per esempio lasciamo cadere un oggetto dalla nostra mano, questo impiega un
          certo  tempo  per  raggiungere  il  suolo.  Ripetiamo  poi  lo  stesso  esperimento  nelle
          stesse condizioni (stessa altezza dal suolo, stesso movimento della mano e così via):
          l’oggetto impiegherà lo stesso tempo a cadere, esattamente come prima.
             Così pure, possiamo stabilire in anticipo la quantità di propellente, la direzione di
          spinta  dei  motori,  la  durata  del  funzionamento  dei  motori  stessi  e  tutte  le  altre

          condizioni necessarie affinché un’astronave venga immessa su una traiettoria che la
          condurrà sulla Luna o su un lontano pianeta.
             Il funzionamento stesso del motore di un’astronave è basato su leggi fondamentali
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