Page 9 - Un fisico in salotto
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Vivevamo più felici nelle caverne?


          Ho notato molte volte che un fisico o un matematico vengono considerati, oltre che
          eccentrici, anche persone per le quali la razionalità prevale sui sentimenti.
             Inoltre si sente dire molto spesso che la ‘vera’  Cultura è la cultura umanistica:
          sapere di letteratura, di musica classica, di pittura, di latino, di greco antico e così
          via. Le scienze come la matematica e la fisica sono invece considerate discipline a

          parte, aride, incapaci di fornire un vero arricchimento spirituale.
             La matematica, prima ancora della fisica, è considerata da alcuni la quintessenza
          dell’aridità: quale poesia è infatti nascosta in un’equazione di primo grado, che si
          studia alle scuole medie, o in un triangolo?
             La fisica viene fortunatamente al secondo posto: è considerata meno arida e più
          interessante  forse  perché  è  avvantaggiata  dall’avere  un  contatto  con  la  crisi
          energetica, la bomba atomica, l’inquinamento dell’atmosfera o i viaggi spaziali.

             In effetti c’è da dire che magari, in senso strettamente ‘tecnico’, una questione di
          fisica o di matematica non ha un impatto immediato con la realtà. Tuttavia, quando
          torniamo a casa la sera, accendiamo la luce e ci mettiamo a guardare la televisione!
          Non  potremmo  farlo  se  non  ci  fosse,  alle  nostre  spalle,  l’opera  di  tanti  grandi
          pensatori che hanno dedicato la loro vita alla ricerca scientifica.
             Forse l’uomo era più felice quando viveva nelle caverne? Noi non lo sappiamo;

          certo è che oggi non potremmo rinunciare alle comodità della vita che la scienza e la
          tecnologia moderna ci offrono.
             Il  fatto  è  che,  molto  spesso,  si  pensa  agli  aspetti  negativi,  frutto  del  pensiero
          scientifico, piuttosto che a quelli positivi.
             Un esempio che si può fare è costituito dalla scoperta dell’ energia nucleare.
             Gli  studi  di  Enrico  Fermi  (1901-1954)  hanno  condotto  alla  costruzione  della
          bomba atomica.  A  rigore,  dovremmo  chiamarla bomba nucleare poiché l’energia

          distruttiva  che  da  essa  si  sprigiona  è  dovuta  a  reazioni nucleari  nelle  quali  la
          struttura atomica non entra affatto.
             La prima bomba atomica, realizzata negli Stati Uniti da un gruppo di scienziati che
          partecipavano  al Progetto  Manhattan  ,  fu  fatta  esplodere  sperimentalmente  il  16
          luglio  1945  nel  deserto  di  Alamogordo  (New  Mexico)  e  si  osservò  una  potenza

          distruttiva  di  20 kiloton, cioè pari a quella sviluppata dall’esplosione di 20 mila
          tonnellate di tritolo.
             Purtroppo,  pochi  giorni  dopo,  altre  due  bombe  furono  sganciate  sulle  città
          giapponesi  di  Hiroshima  (6  agosto)  e  Nagasaki  (9  agosto),  con  le  conseguenze
          tristemente note.


          Ma è anche vero che nel 1942 proprio Fermi, a Chicago, aveva costruito il primo
          reattore  nucleare ,  che  funziona  secondo  gli stessi  meccanismi  attraverso  i  quali
          scoppia  la  bomba  atomica  e  che  viceversa  può  produrre  una  grande  quantità  di
          energia  da  utilizzare  per  scopi  assolutamente  pacifici,  di  grande  beneficio  per
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