Page 115 - Un fisico in salotto
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Via col vento


          Avrete senz’altro visto il famoso film Via col vento. Magari siete andati al cinema
          dopo aver assistito a una partita di calcio o di tennis. Fra un momento capirete che
          c’entra Via col vento con la partita!
             Siete  dunque  sportivi?  Appassionati  di  calcio  o  di  tennis?  Ebbene,  l’attrito
          aerodinamico è responsabile di quelli che chiamiamo ‘tiri a effetto’, realizzabili per

          la  presenza  di  un  fenomeno  che  viene  chiamato effetto  Magnus,  dal  nome  dello
          scienziato tedesco Heinrich Gustav Magnus (1802-1870).
             Nel gioco del calcio avremo forse notato molte volte che il pallone non segue una
          traiettoria  ‘dritta’  perfettamente  parabolica,  ma  curva  un  po’  a  destra  o  un  po’  a
          sinistra  a  seconda  del  senso  di  rotazione  che  viene  impresso  alla  palla  da  un
          giocatore al momento del tiro. Questo è il motivo per il quale è possibile fare goal
          direttamente  su  ‘calcio  d’angolo’  (a  patto  di  avere  l’abilità  necessaria,

          naturalmente!).
             Supponiamo che al pallone venga impressa una rotazione in senso orario (vista
          dall’alto). Il pallone trascina per attrito, nella sua rotazione, un po’ dell’aria che lo
          investe; ciò ‘facilita’ lo scorrimento dell’aria alla sua destra; e tende a opporsi allo
          scorrimento  dell’aria  dalla  parte  sinistra.  Il  risultato  è  che  l’aria  alla  destra  del
          pallone di fatto scorre più velocemente di quanto non scorra alla sua sinistra.

             Ebbene, laddove un fluido scorre più velocemente, la pressione che esso esercita
          è  meno  intensa  (cercherò  di  spiegarvelo  fra  un  momento).  Nel  nostro  caso,  in
          prossimità  del  pallone,  la  pressione  atmosferica  alla  destra  del  pallone  risulta
          dunque  minore:  quindi,  in  tutto,  il  pallone  è  spinto  proprio  da  quella  parte.
          Evidentemente questo discorso vale appunto perché siamo avvolti dall’aria.  Sulla
          Luna,  se  un  giorno  si  svolgeranno  lassù  tornei  di  tennis  o  di  calcio  (magari  tra
          astronauti scapoli e astronauti ‘ammogliati’...), non vedremo mai tiri ad effetto!

             Come possiamo renderci conto che, fluendo con una certa velocità, l’aria esercita
          una pressione inferiore a quella che esercita quando è ferma? Sembrerebbe quanto
          meno il contrario, no?
             Ebbene,  facciamo  molta  attenzione  se  siamo  sul  marciapiede  di  una  stazione
          ferroviaria e sappiamo che di lì a poco passerà davanti a noi un Intercity a grande

          velocità. Infatti, al passaggio del treno, l’aria davanti a noi sarà in notevole misura
          trascinata  per  attrito  a  forte  velocità,  producendo  il  ‘vento’  che  avvertiremo.  In
          queste condizioni, la pressione dell’aria alle nostre spalle prevarrà su quella davanti
          e potremmo andare a sbattere contro il treno in corsa! Teniamoci dunque lontani dai
          binari, come raccomanda il capostazione!
             Questo effetto di diminuzione della pressione, conosciuto come effetto Venturi dal
          nome dell’italiano Giovanni Battista Venturi (1746-1822), può essere spiegato nel
          modo  seguente.  Quando  l’aria  è  ferma,  le  molecole  che  la  costituiscono,  nel  loro

          moto  disordinato,  colpiscono  un  corpo  da  esse  avvolto  generando  quella  che
          chiamiamo pressione atmosferica . Quando la massa di aria è in movimento, molte
          molecole ‘non fanno in tempo’, per così dire, a colpire l’oggetto e così contribuire a
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